PUGLIA- Questioni che sembrano destinate a non aver fine, come la tela di Penelope. Questioni che toccano la carne viva delle persone più fragili. Di assistenza agli autistici in Puglia, e di trasporto ai pazienti dializzati e oncologici della provincia di Lecce, si è discusso oggi in Commissione Sanità del Consiglio regionale.
Ma andiamo per ordine.
Su richiesta del consigliere Antonio Gabellone, di Fratelli d’Italia, è stato affrontato in audizione l’iter di internalizzazione dei 122 lavoratori ex Tundo, la ditta a cui l’ASL Lecce aveva affidato il servizio di trasporto cosiddetto secondario, per pazienti in dialisi e terapia oncologica. Venuta meno l’azienda di Zollino, è stata avviata finalmente la procedura di assorbimento dei 122 lavoratori – autisti, oss e amministrativi – in SanitaService, la società in house dell’ASL Lecce.
C’è una situazione di disagio crescente nonostante le rassicurazioni ribadite in audizione. E dal consigliere Paolo Pagliaro (La Puglia Domani), è giunta la richiesta di stringere i tempi per l’internalizzazione, perché i tempi prospettati, ossia maggio 2022, non sono sostenibili. Ne va di mezzo non solo il sostentamento di 122 famiglie ma anche la sicurezza e continuità del servizio offerto ai pazienti.
Dai sindacati sono emerse inoltre criticità nell’assegnazione dei punteggi per definire la graduatoria dei lavoratori da internalizzare, e ritardi nel pagamento degli stipendi di cui la Asl si è impegnata a farsi carico, viste le inadempienze della ditta ex affidataria del servizio.
Un’odissea a cui porre fine, velocizzando i tempi della burocrazia.
Per un percorso finalmente imboccato nel verso giusto, ce n’è un altro ancora tutto da rifare: la riorganizzazione dei servizi socio assistenziali per i soggetti autistici in Puglia. Non solo bambini ma anche ragazzi e adulti, la cui cura grava quasi completamente su famiglie sfibrate e abbandonate a se stesse. A richiedere l’audizione dei vertici della sanità pugliese sono stati gli operatori che dovrebbero gestire i centri riabilitativi diurni e residenziali, ma che contestano le tariffe stabilite dalla Giunta regionale con delibera dell’agosto scorso. Le contestano perché – a loro dire – non consentono la corretta presa in carico delle persone con autismo. La delibera, quindi, anziché sbloccare la situazione, l’avrebbe paralizzata. Il problema è complesso: da un lato c’è la richiesta pressante di aiuto di genitori e parenti di bambini e ragazzi autistici, dall’altra imprese e cooperative che hanno già fatto investimenti sottoponendosi al rischio di rigetto delle loro istanze di accreditamento, ma che comunque non sono messi nelle condizioni di partire.
“Si apra un tavolo regionale sull’autismo, impegno assunto già da tempo dagli assessori alla sanità e al welfare e che sarebbe dovuto partire subito, perché la cura delle persone autistiche deve avere la priorità”, scandisce il consigliere Paolo Pagliaro. “Avere contatto con questa realtà dolorosa da oltre vent’anni mi ha aperto gli occhi su situazioni disperate, di famiglie obbligate a prendersi cura h24 di un parente autistico. Come si può pretendere che un solo educatore, di notte, gestisca sedici autistici? Evidentemente non si ha cognizione della gravità del problema. E allora che si proceda subito con l’accertamento del fabbisogno reale, territorio per territorio, e si trovino le risorse per assicurare un’assistenza socio sanitaria adeguata agli autistici. Perché è dalla cura dei soggetti più fragili che si misura il grado di civiltà di un’istituzione degna di questo nome”, conclude Pagliaro.