Attualità

Porto di Brindisi: serve un cambio di passo per non diventare residuali

BRINDISI -Ha riscosso un notevole successo l’iniziativa del Propeller Club di brindisi incentrata sulla necessità di analizzare la rivoluzione industriale e i possibili collegamenti con le attività portuali.

Imprenditori marittimi, industriali, rappresentanti di società di caratura internazionale e associazioni di categoria si sono ritrovati nel salone dell’Autorità Portuale ad analizzare ciò che sta avvenendo con i processi di de carbonizzazione e quindi con le necessità di realizzare una vera e propria rivoluzione industriale capace di riconvertire le attività ormai non più essenziali, ma senza perdere di vista i problemi di carattere economico ed occupazionale.

Ne è scaturito un confronto serrato, non privo di chiare denunce per gli ostacoli che fino ad oggi hanno impedito al porto di Brindisi di essere in linea con le esigenze dei mercati.

Ma l’aspetto più preoccupante è stato senza dubbio quello legato alla mancanza di una strategia territoriale capace di valorizzare le vocazioni di quest’area del paese e soprattutto la posizione strategica nello scacchiere del Mediterraneo.

Insomma, c’è davvero tanto da lavorare per invertire la rotta e per riprendere il cammino di crescita in uno scenario che oggi, proprio per effetto della decarbonizzazione, appare preoccupante per un territorio che fino a poco fa ha vissuto in stretta sintonia proprio con i combustibili fossili.

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