ROMA/LECCE – Il Consiglio di Stato (Sezione Quinta), con una sentenza delle scorse ore, ha accolto un ricorso avanzato da Alessandro Silvestrini, presidente della sezione commerciale della Corte d’Appello di Lecce, contro la nomina a Presidente del Tribunale di Roberto Tanisi, incoronato lo scorso luglio 2020.
Con una sentenza nell’aprile scorso il Tar Lazio dichiarava quella nomina legittima. A Palazzo Spada invece, nelle scorse ore, il colpo di scena.
Da oggi, dunque, il Tribunale di Lecce sarà diretto da un presidente vicario. Chi dovrà rivestire la carica di presidente effettivo lo stabilirà in seguito il Csm, con criteri da definire.
Il ricorrente, Silvestrini, aveva lamentato l’illegittimità della seduta del Consiglio che aveva partorito l’elezione del presidente Tanisi. E di fatto i giudici romani gli danno ragione.
Tanisi non avrebbe dovuto convocare quella seduta con cui il consiglio giudiziario della Corte d’Appello di Lecce fornì il parere attitudinale su Silvestrini. In primis perchè lo fece nel giorno in cui il Csm lo informò del provvedimento di decadenza da presidente della Corte d’Appello e dunque anche da presidente del consiglio giudiziario.
“Quanto è avvenuto – si legge nella sentenza che scatena l’ennesimo terremoto giudiziario – incide, per invalidità derivata, sulla correttezza e la legittimità del provvedimento di nomina. In tale prospettiva, non può non essere stigmatizzato l’obiettivo ‘cortocircuito’ creatosi, in una situazione in cui il Presidente de facto del Consiglio giudiziario abbia finito per sollecitare la trattazione di valutazioni e la redazione del parere sulla propria persona, senza astenersi”.
Un conflitto di interesse, dunque, quello evidenziato dai giudici e che, appunto, “impone l’annullamento, per invalidità derivata, del contestato provvedimento di nomina”.
Silvestrini è assistito dall’avvocato Gianluigi Pellegrino, Tanisi dall’avvocato Aristide Police.
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