PUGLIA – Il 20% del pomodoro è andato già perso in Puglia a causa del caldo torrido e della paralisi dei trasporti che sta facendo marcire il prodotto in campo mettendo a rischio una filiera di eccellenza del Made in Italy la quale esporta poco meno di 2 miliardi di euro di passata e sughi in tutto il mondo. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia con l’assenza di camion disponibili per trasportare miliardi di chili di pomodoro da conserva alle industrie di trasformazione proprio mentre l’afa assedia le campagne con temperature che sfiorano i 50 gradi.
Intere distese di pomodori ‘cotti’ dal sole, mentre sono schizzati i costi di gestione in una regione dove non piove da oltre 3 mesi e i pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra.
In questo scenario, sono venuti anche a mancare i mezzi e i conducenti necessari a trasferire il raccolto negli stabilimenti di lavorazione della Puglia verso le industrie di trasformazione della Campania. Il timore è che dietro le difficoltà – si possano anche nascondere manovre speculative per abbassare i prezzi pagati agli agricoltori, che rischiano di finire sotto i costi di produzione. Non a caso alcune industrie di trasformazione hanno già comunicato l’intenzione di abbassare le quotazioni rispetto a quanto pattuito.
La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.
E c’è anche il pericolo di aprire la strada all’arrivo di prodotto dall’estero con le importazioni di derivati del pomodoro che sono più che raddoppiate (+103%) nei primi quattro mesi del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.
I derivati del pomodoro sono il condimento più apprezzato dagli italiani che ne consumano circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria.