MODENA/SALENTO – Laila El Harim, la 40enne tragicamente morta mentre lavorava in fabbrica nel Modenese, era innamorata del mare. Quello salentino lo aveva conosciuto grazie al suo compagno Manuele, originario di Gallipoli. Un colpo di fulmine prima per lui, poi per questa terra, dove avevano iniziato a programmare la cerimonia nuziale: la proposta di matrimonio e il sì di Laila erano arrivati un mese prima della tragedia.
Volevano vivere nel Salento, tornare nel Gallipolino dove la famiglia di Manuele vive tutt’oggi.
Si erano conosciuti 10 anni fa.
Il primo luglio “le ho chiesto di sposarmi – ha raccontato Manuele a La Repubblica – Le ho dato l’anello. Lei mi ha detto sì, adesso dovevamo solo organizzare la cerimonia, cercare la location, Laila aveva la sua idea”. E quell’idea era in riva al mare del Salento. “Dopo – racconta ancora l’uomo, rimasto solo e con la figlia Rania di appena 5 anni – avremmo festeggiato sulla spiaggia, a piedi nudi”.
I fiori d’arancio previsti a giugno del prossimo anno, nella sua terra natale, restano per Manuele, 39 anni operaio anche lui, uno dei tanti sogni infranti insieme alla sua Laila. Il 3 agosto una tragedia inaspettata ha distrutto tre vite: rimasta incastrata in un macchinario dell’azienda nella quale lavorava, Laila non ce l’ha fatta. Manuele vuole giustizia e chiarezza per quella morte sospetta. La figlioletta ha intanto raccolto e riposto in una scatola i piccoli oggetti legati alla quotidianità condivisa con la sua mamma: un contenitore che custodisce gelosamente e che è tutto cià che le resta di Laila.
