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A Brindisi comparto industriale in ginocchio per la crisi degli indotti di energia e chimica

BRINDISI- I primi importanti segnali di crisi arrivano dal comparto energetico, per effetto dell’ormai avviata fase di decarbonizzazione. Gli investimenti per le manutenzioni sono decisamente diminuiti ed a risentirne sono le tante aziende che operano all’interno dell’indotto. Si giustifica in questo modo la chiusura di importanti realtà del settore metalmeccanico, così come la crisi che interessa altri settori.

A questo si aggiunge lo strano ed inaccettabile ricorso al sistema degli appalti al massimo ribasso che ha comportato la morte certa di tantissime aziende, spesso costrette ad accettare commesse insostenibili sul piano economico.

Una situazione che si ripercuote anche sull’anello più debole della catena e cioè sui lavoratori che fanno sempre più fatica a difendere i propri diritti, soprattutto quando si registra un passaggio di cantiere.

L’ultimo episodio in tal senso si è verificato nella gara, bandita dall’Enel, per il servizio di pulimento in relazione alla movimentazione di carbone. Viste le condizioni di aggiudicazione, sarà ben difficile che i lavoratori mantengano le stesse retribuzioni, così come le medesime condizioni di sicurezza durante le delicate operazioni che sono chiamati a svolgere.

E la situazione non cambia se ci si sposta nel comparto chimico, così come in quello aeronautico. Ogni nuovo appalto sancisce un peggioramento delle condizioni precedenti. Il tutto, mentre cresce il ricorso agli ammortizzatori sociali, utilizzati anche da aziende – vedi il caso della ex GSE – che hanno usufruito di sostanziosi finanziamenti pubblici.

Cominci la Regione a compiere verifiche sui comportamenti delle società che hanno utilizzato le risorse dei contratti di programma, magari promettendo investimenti e assunzioni, per poi ritrovarsi con le solite crisi occupazionali.

E faccia la sua parte anche il Governo nazionale, troppo lontano – ormai da decenni – da una città che ha dato il suo contributo importante per la crescita del paese, anche in termini di vite umane.

 

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