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Carcasse di gatti davanti casa e auto danneggiata: lo strano avvertimento al direttore dell’ospedale di Galatina

GALATINA- Ha il sapore di un vero e proprio avvertimento il ritrovamento delle carcasse di gatti davanti casa: non uno, non due ma ben sei nel giro di pochi giorni.  Tutti avvelenati. Per questo il dottore medico dell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, Giuseppe De Maria, si è convinto a denunciare alle forze dell’ordine gli episodi. E già venti giorni fa aveva fatto lo stesso, rivolgendosi al commissariato di Galatina, per il danneggiamento della sua auto parcheggiata dinanzi alla sua abitazione: la mattina l’ha ritrovata con una parte del paraurti frantumato.

La sequenza dei fatti probabilmente contiene un messaggio. O una minaccia. Il dottor De Maria afferma di non aver ricevuto lettere, sms o altro contenente avvertimenti espliciti. Certo è, però, che il ruolo che ricopre è delicato e potrebbe aver dato fastidio a qualcuno. Le ipotesi sono tante e varie e sarà compito degli investigatori capirne di più.

“E’ un atto vergognoso l’avvelenamento di animali – dichiara De Maria a Telerama – e non fa onore alla città registrare fatti simili. Sono disgustato per il fatto che siano stati attaccati dei gatti indifesi probabilmente per far arrivare un messaggio a me. Chi ha compiuto questo gesto non può che essere un infelice che non è in armonia con se stesso”.

All’inizio i ritrovamenti sembravano una casualità: una settimana fa, una gatta adulta e tre cuccioli sono stati abbandonati nel giardino dell’abitazione del medico, alla periferia di Galatina, dove lui vive da solo al primo piano di una villetta, mentre al piano terra vivono la madre e il fratello. La famiglia conosceva quei gatti randagi, perché ogni tanto li rifocillava: tutti presentavano gli stessi sintomi, non riuscivano a camminare, erano sofferenti, chiaro segno di avvelenamento. Sono morti poche ore dopo, mentre un altro cucciolo è al momento sotto cura.

Ieri, di domenica, qualcuno ha lasciato altre due carcasse di gatti adulti vicino al garage e all’ingresso secondario. E lo ha fatto anche facendo attenzione a non farsi riprendere dalle telecamere a circuito chiuso installate vicino la porta. Uno degli animali era avvolto nel coprisedile di un auto. L’ennesimo gesto che fa pensare che non sia un caso.

 

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