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Puglia, 8 ospedali tornano alle altre patologie. A Lecce Dea e Galatina restano covid

BARI – Calano i contagi, crescono le liste d’attesa. Il piano ospedaliero può, e deve, gradualmente, ridurre il numero dei posti letto covid in favore dei ricoveri ordinari che, dopo 2 mesi di stop, devono ricominciare e in fretta.

Si parte subito con la riconversione immediata di 8 ospedali che da covid possono tornare alla normale attività. Ma per il Salento significano solo Castellaneta e Martina Franca, nel tarantino. Le strutture a Lecce e Brindisi destinate al covid resteranno tali pur contando, però, su una riduzione dei posti letto. Ma andiamo con ordine.

Il piano ospedaliero conta, ad oggi, 3050 posti letto tra terapie intensive e reparti di area medica. Con la riconversione delle 8 strutture si passerà a 2754 posti letto. Di questi: 340 di terapia intensiva, 2414 di malattie infettive e pneumologie. Numeri che consentono, ad oggi, di mantenere un indice di occupazione delle terapie intensive al 17%, quindi ben lontani dalla soglia critica del 30% che determina il passaggio in zona arancione o rossa.

Ma la giunta ha dettato i criteri che i direttori generali dovranno seguire per poter ulteriormente ridurre i posti letto covid: si comincia la riconversione da quelli che inizialmente erano nella dotazione della rete ospedaliera per poi proseguire, man mano che la curva scende, con quelli aggiuntivi.

Quando si potrà procedere? Altrove subito con gli 8 ospedali. A Lecce la linea si tirerà il 1 giugno. Per quella data si conta di avere il consolidamento del dato dei contagi. Se la curva resta quella di oggi, in continua rapida discesa, si procederà a spostare parte del personale dai reparti covid a quelli ordinari. Solo in quel momento si potrà capire quanto riconvertire e quanto velocemente si potranno recuperare i ricoveri e le prestazioni rinviate. La Regione ha stimato che lo zoccolo duro è negli interventi, in special modo di ortopedia e chirurgia generale. Nei prossimi giorni, a ricognizione ultimata, si capirà meglio. Intanto, però, i parametri fissati dalla Regione impongono una via prudenziale: è previsto sia il mantenimento di una ampia quota di posti letto covid ma anche la possibilità di ripristinare quelli riconvertiti nell’arco di 10 giorni se la situazione dovesse tornare a complicarsi. Un altro limite temporale è stato fissato al 31 luglio per pianificare la rete ospedaliera nel caso vi sia una quarta ondata da dover tamponare, come accaduto lo scorso anno.

A Lecce, dunque, l’ipotesi in campo, per ora con la massima cautela e solo sulla carta fino a che non sarà chiaro il quadro, è di mantenere 120 posti letto per la rete covid. Di questi, 24 saranno mantenuti nell’ospedale di Galatina nel solo reparto di malattie infettive; al Dea di Lecce, invece, immaginando di poter dedicare un solo piano della struttura, resterebbero 24 posti in malattie infettive, 36 in pneumologia più  8 posti di terapia intensiva e 8 di rianimazione covid. A questi si aggiungerebbero i 20 posti letto per il percorso post-covid nell’ospedale di San Cesario. Dunque dei 380 attuali, a Lecce si spera di poter scendere a 120. Sempre che i contagi lo consentano. Si naviga a vista, insomma, nella speranza di poter tornare alla normalità.

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