LECCE- La vaccinazione mista (AstraZeneca 1^ dose e Pfizer 2^ dose) appare in grado di produrre una frequenza leggermente maggiore di effetti collaterali non gravi «a breve termine», ma non comporta «preoccupazioni per la sicurezza» delle persone: lo si rileva da una sperimentazione preliminare condotta in Gran Bretagna dai ricercatori del Com-Cov dell’Università di Oxford su 830 volontari dai 50 anni in su un cui estratto è stato pubblicato in una lettera inviata al Lancet.
“In realtà- sostiene l’immunologo Mauro Minelli-Nulla si sa in relazione all’entità della produzione anticorpale che da questa miscela eterogenea potrebbe derivare, se realmente protettiva oppure no. Per altro verso si continua a non tener conto della casistica reale offerta da dati oggettivi e oggettivabili risultanti dall’impiego del vaccino AstraZeneca che in ben 2700 persone del Regno Unito è stato, sia pure per una “svista” somministrato a dosaggio dimezzato funzionando quanto o addirittura meglio della dose piena. Che la base concettuale da cui si sia partiti possa essere poggiata su una “svista”, non credo sia elemento penalizzante rispetto alla liceità di una osservazione che potrebbe essere finalizzata alla riformulazione posologica di un prodotto già esistente e che, eventualmente rimodulato, potrebbe fornire una disponibilità di dosi capaci di raddoppiare, con le dotazioni vaccinali oggi disponibili, il numero delle persone da immunoproteggere in ogni parte del mondo. Richiesta, tra l’altro, da noi (Fondazione per la Medicina Personalizzata) già inoltrata all’AIFA con una comunicazione inviata alcune settimane fa al Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco.