TARANTO – Graziata nella prima ondata della pandemia, la provincia di Taranto adesso soffre: i numeri non sembrano dare tregua.
Mentre si susseguono gli appelli del sindaco Rinaldo Melucci al rispetto rigoroso delle regole, si registrano ancora criticità sul monitoraggio e l’assistenza dei pazienti chiusi in casa, che non necessitano di ricovero.
L’ultima denuncia, in ordine di tempo, arriva da una pm tarantina, Ida Perrone. Con un post, pubblicato sulla bacheca del Governatore Michele Emiliano, racconta la sua esperienza: “Da sabato sono risultata positiva al Coronavirus -scrive- sei i contagi un ufficio. Un focolaio. Non si chiude e non si va in smart working. Latita il medico di base, latita la Asl: se non fosse per un professionista specialista sarei abbandonata a me stessa. Nessun interesse per la rilevazione dei contatti esterni e il virus galoppa: la variante inglese fa registrare fino a tremila contagi in più a settimana in tutta la provincia. Mi domando cosa accade. Ti domando cosa accade”.
Lamentele come questa si registrano da tempo in tutto il Salento: chi può curare il virus a casa, da asintomatico o paucisintomatico, si dice spesso condannato ad un limbo senza certezze, senza contezza del da farsi in termini di terapia da seguire, in attesa per settimane dei tamponi ai quali dovrebbero essere sottoposti anche i familiari conviventi. Al virus si aggiunge anche un senso di solitudine e di abbandono che, dopo un anno alle prese con la pandemia, proprio non si riesce a giustificare.