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Vaccini, medici di base: solo proclami, non sappiamo cosa fare

LECCE- Lo sbandierato coinvolgimento dei medici di base nella campagna vaccinale anti Covid anziché accelerare i tempi e rendere capillare il servizio sta creando confusione.
L’unica cosa certa è che in provincia di Lecce i medici di famiglia, al momento, non possono vaccinare i loro pazienti. Innanzi tutto perché non hanno i vaccini, e poi perché le istruzioni su come procedere non vengono fornite. “La Regione non fa altro che chiederci gli elenchi dei nostri pazienti, quando invece li ha già. Annuncia l’avvio delle vaccinazioni per gli ultraottantenni e le categorie fragili e poi consente la prenotazione sul portale creando sovrapposizioni. In questo modo noi non sappiamo quali dei nostri pazienti anziani sono stati vaccinati e quali no, e lo stesso accadrà per i soggetti fragili”. Così il dottor Alfredo Pagliaro, medico di famiglia, che lamenta una disorganizzazione nel sistema. 

Il protocollo d’intesa con i medici di Medicina Generale è stato sottoscritto in Puglia il 5 marzo. L’accordo prevede che questi debbano essere messi nelle condizioni di vaccinare i loro assistiti a domicilio, seguendo naturalmente le fasce indicate per priorità. Molti i medici che hanno dato la loro disponibilità anche gratuitamente. Mancano però indicazioni certe da parte dei diversi dipartimenti delle Asl che hanno il compito di organizzare il servizio, ma soprattutto mancano i vaccini. L’obiettivo dell’accordo è quello di mettere in sicurezza, al più presto, tutta la popolazione, ma l’accelerata non c’è stata. “Siamo in forte ritardo”- dice Pagliaro. 

I  medici di base sono direttamente coinvolti anche nelle vaccinazioni delle persone fragili partite in Puglia domenica: sono le persone dai 16 anni in su individuate dal Piano Nazionale come particolarmente fragili per il rischio elevato di sviluppare forme gravi di Covid 19 a causa: di un danno d’organo persistente, una malattia rara, compromissione della risposta immunitaria, grave disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica. Loro possono attendere una chiamata dall’Asl oppure possono contattare il proprio medico. Ma anche in questo caso la situazione non è chiara. ” Quando avremo il vaccino?- si chiede Pagliaro- quando potremo dare delle risposte alle famiglie che chiedono il nostro intervento?”. 

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