PUGLIA – Con l’avanzare della pandemia, arriva il primo stop alle frontiere per i lavoratori agricoli stranieri impegnati nelle campagne italiane, con il Marocco che ha sospeso tutti i collegamenti aerei. E in Puglia, il caldo fuori stagione ha favorito la maturazione precoce delle primizie. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti Puglia nel sottolineare che qui l’incidenza degli occupati stranieri sugli occupati totali è pari al 22,4% del totale dei lavoratori nelle campagne.
L’associazione è impegnata con l’Ambasciata del Marocco per cercare di superare le difficoltà determinate dalle misure cautelative adottate dal Paese africano di fronte di alla diffusione del contagio Covid nell’Unione Europea. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti specializzati a tempo determinato che arrivano ogni anno attraversando il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese.
Ma il problema rischia di allargarsi a macchia di olio in una situazione in cui a livello nazionale viene ottenuto da mani straniere più di ¼ del Made in Italy a tavola.
Per questo è importante che la Commissione Europea approvi un Digital green pass con l’obiettivo di consentire gradualmente agli europei di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo, mentre a livello nazionale sono necessari accordi bilaterali con i Paesi dove è più rilevante il flusso di lavoratori. Ma in una situazione in cui si registra un rinnovato interesse degli italiani per il lavoro agricolo è anche importante una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce piu’ deboli della popolazione sono in difficoltà.
Intanto, un altro studio Coldiretti fa sapere che “Ogni giorno di ritardo sulle vaccinazioni costa in media alla Puglia oltre 19 milioni in mancati consumi con un drammatico effetto a valanga sull’occupazione che si aggiunge alle sofferenze e alle vittime causate dalla pandemia. Tra le attività economiche, a essere più colpite dagli effetti provocati dai ritardi nelle vaccinazioni a causa delle troppe incertezze e dei timori sull’efficacia e sicurezza del vaccino AstraZeneca, sono gli alberghi, i ristoranti e gli agriturismi con un calo del 40,2% seguiti dai trasporti che si riducono del 26,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 22,8%, ma in media i consumi scendono dell’11,8%.