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Covid: buco da 46 milioni per ristoranti chiusi nei giorni di festa

PUGLIA – Bar, ristoranti, trattorie ed agriturismi possono, dunque, riaprire dopo il lungo periodo di lockdown delle feste che ha provocato una perdita di circa 46 milioni solo per la cancellazione dei tradizionali pranzi e cenoni di Natale e Capodanno. Sono i dati di Coldiretti Puglia. Con il ritorno della zona gialla possono tornare a servire al tavolo e al bancone i 22mila locali della ristorazione presenti in Puglia e gli 876 agriturismi che nel 2020 hanno perso 60milioni di euro di fatturato. Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti secondo Confcommercio e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 700 milioni di euro solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione nel 2020. Lo scenario resta drammatico anche per i frequenti cambi di colorazione delle regioni, dove in sole 48 ore si alternano aperture e chiusure a singhiozzo che non consentono l’organizzazione aziendale e lo stesso approvvigionamento di prodotti agroalimentari che sono altamente deperibili. Per effetto del blocco parziale o totale della ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto.

I limiti imposti per le festività di fine anno arrivano dopo che il primo lockdown ha azzerato le visite in campagna nei tradizionali weekend di primavera e di Pasqua mentre durante l’estate ha pesato l’assenza praticamente totale degli stranieri che in alcune regioni rappresenta la maggioranza degli ospiti degli agriturismi con un crollo del 70% dei bilanci. Il boom di presenze di turisti italiani negli agriturismi ad agosto non ha compensato le perdite subite dagli agriturismi in Puglia nel 2020. A fronte dei 4,2 milioni di arrivi nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall’estero, è evidente la perdita subita nel 2020 dalle masserie della Puglia che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità nei mesi di lockdown e con le nuove restrizioni.

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