LECCE- Nell’unico giorno possibile, quello “arancione” del 4 gennaio, protestano davanti alla Prefettura, assistenti sociali e mediatori culturali dell’Ambito territoriale sociale di Lecce, per la mancata firma della delibera che avrebbe consentito le proroghe di 11 contratti in scadenza tra il 31 dicembre e il 31 gennaio. Nell’ambito del Coordinamento istituzionale non è stato raggiunto l’accordo e ora 11 lavoratrici, su 40 totali, che si occupano di servizi particolarmente delicati -mediatrici, assistenti e personale amministrativo che costituiscono l’equipe che segue le famiglie percettrici di Reddito di cittadinanza e l’equipe Abuso minori- perderanno il posto di lavoro.
I sindacati chiedono anche la stabilizzazione del personale precario. “Questo personale svolge da anni un’attività indispensabile e di notevole rilievo sociale, di peso ancora più centrale in questo ultimo periodo”, dicono i segretari generali provinciali Fiorella Fischetti (Fp-Cgil), Fabio Orsini (Cisl-Fp) e Antonio Tarantino (Uil-Fpl). “Bisogna dare una risposta concreta ai 44 lavoratrici e lavoratori, tuttora in condizioni di lavoro precarie: solo così sarà possibile garantire stabilità e continuità dei servizi sociali per le comunità di ciascun comune e dell’intero ambito”. I tre sindacalisti hanno già sottolineato come il possesso dei requisiti stabiliti dalla legge (decreto legislativo 75 del 2017 su “Superamento del precariato nelle Pubbliche Amministrazioni”) riguardi anche le amministrazioni comunali che esercitano funzioni in forma associata. “I tempi per il completamento delle procedure di stabilizzazione sono oramai stretti, anche a causa delle scadenze dei contratti ormai prossime. Per questo avevamo legato la richiesta di avvio delle procedure di stabilizzazione a quelle di proroga di tutti i contratti in scadenza.
Una delegazione di lavoratori ha incontrato il Prefetto. A seguire, la riunione del coordinamento istituzionale di Ambito, con i rappresentanti dei vari Comuni che ne fanno parte e con i sindacati.