Ambiente

Boom fotovoltaico, Minerva: “Si discuta di zone industriali e tetti. Il suolo rimanga libero”

BARI – Cresce il fronte dei firmatari della richiesta di audizione in V Commissione consiliare, sul boom del fotovoltaico ed eolico.

Sono venti i consiglieri regionali che sostengono l’iniziativa, di tutti gli schieramenti: centrodestra, centrosinistra, Movimento 5 Stelle.

I numeri del fenomeno, del resto, sono chiari: sono per la parte che compete le autorizzazioni spettanti alla Regione Puglia, ci sono richieste per 508 MW e 856 ettari; nello specifico Lecce ha una richiesta di 163 MW per 263 ettari, Taranto 121 MW per 237 ettari e Brindisi 10,20 MW per 24 ettari di suolo. E non solo. Perché al Ministero dell’Ambiente, competente per le Valutazioni di Impatto Ambientale a livello nazionale per impianti eolici superiori a 30 MW, sono in esame progetti riguardanti la Puglia per ulteriori 1.822 MW.

“Una richiesta trasversalmente condivisa – ha commentato il proponente, capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, che unisce politica e istituzioni, mondo accademico e produttivo, ambientalisti e addetti ai lavori, in difesa dell’ambiente e della bellezza del nostro territorio, per porre un argine al dilagare di impianti fotovoltaici ed eolici.” Una battaglia senza colori politici – ha spiegato ancora – né steccati ideologici.

Dello stesso avviso i presidenti delle Province di Lecce e Brindisi, rispettivamente Stefano Minerva e Riccardo Rossi che hanno sottoscritto la richiesta. “Quando parliamo di fotovoltaico – ha spiegato Minerva – bisogna ragionare in relazione alle strutture delle zone industriali, sui capannoni, sulle scuole. Ma non è possibile incidere sulla zona verde, sulle aree agricole ancora libere impiantanto pannelli che sicuramente deturpano il territorio”. “E’ questo il pericolo maggiore in questo momento. Bisogna razionalizzare le aree di installazione”.

E l’obiettivo difatti è questo: spingere il legislatore regionale ad intervenire mettendo paletti in un settore dagli equilibri già delicati. La richiesta è anche, quindi, quella di intervenire sul Pear, sul piano energetico regionale. Salvando – altro punto essenziale -, con incentivi mirati, anche gli agricoltori colpiti da xyella che potrebbero cedere alla facile tentazione delle multinazionali del settore energetico.

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