BARI – Con l’insediamento delle sette commissioni parte la piena attività della XI legislatura. Un insediamento tutt’altro che semplice. A causare scompiglio nella fase di formazioni delle commissioni, è la posizione dei 5 stelle. Quella che il centrodestra definisce un “totale bluff”.
Sono nella maggioranza o nell’opposizione? Un po’ e un po’. Una questione non di poco conto. Le operazioni che in altri tempi hanno richiesto poco meno di una mattinata, si sono protratte invece per molte ore. A lungo si è cercato nei corrodoi del palazzo di vetro di via Gentile una mediazione.
Regola vuole che in ogni commissione il rapporto tra eletti di maggioranza e di opposizione sia 7 a 5. Ma i 5 stelle al momento dell’insediamento delle commissioni si sono dichiarati di opposizione. Di qui le proteste serrate del centrodestra che, a lungo, ha preteso una posizione netta e che fosse coerente. “Un bluff”, come detto, lo hanno bollato perché la posizione dei 5 stelle è confusa. Nell’Ufficio di presidenza occupano la vicepresidenza della maggioranza, nelle commissioni sono in quota opposizione ma nella Settima hanno ottenuto il segretario nuovamente in quota maggioranza.
“Questo lungo e tormentato rapporto d’amore tra i 5 stelle ed Emiliano pensavo che oggi potesse finalmente sbocciare in un matrimonio – ha commentato il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro -. Invece sembrerebbe che le cose non vanno ancora come dovrebbero perché i 5 stelle si sono dichiarati in maggioranza ma anche in opposizione. Questo ha creato degli scompensi all’interno della organizzazione, si è dovuto discutere su questo tema. Ci auguriamo finalmente – ha proseguito il presidente del gruppo – che si possa risolvere questo problema e che si capisca che cosa vogliono fare da grandi i 5 stelle”.
“La loro vicenda condiziona questa prima fase – ha aggiunto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Gabellone – E’ opportuno che in maniera assolutamente trasparente vengano fatte le scelte in modo che il Consiglio, e gli ambiti all’interno dei quali si lavora in Regione, possa vedere restituita la fotografia di quello che è il quadro politico presente in questa assise”.
La mediazione, dopo molte ore, si è trovata solo nel non attribuire ai pentastellati alcuna vicepresidenza e sottraendo loro una casella nella commissione sanità. Ma i pentastellati si difendono appellandosi alle regole: “L’articolo 9 dello Statuto è chiaro – spiega il vicepresidente del Consiglio regionale, Cristian Casili -, bisogna rispettare la consistenza del Consiglio regionale. Abbiamo intrapreso con la maggioranza un percorso basato su dei punti programmatici, ancora non siamo organici alla maggioranza, siamo forza di minoranza, per cui la nostra capogruppo ha ribadito questo concetto fondamentale. Percorso questo – ha concluso Casili – che ha già portato al bonus per il covid per i disabili, al reddito energentico e in settimana ci saranno altre novità”.
Al Pd sono spettate quattro presidenze di commissioni (I Bilancio, IV Sviluppo Economico, V Agricoltura, VI Lavoro e Cultura, con presidenti rispettivamente Amati, Paolicelli, Campo e Metallo), 1 a CON (II Affari generali, con Tutolo), 1 ai Popolari 1 (III Sanità, con Vizzino), alla Lega la VII, Affari Istituzionali, con De Blasi, tradizionalmente spettante alle minoranze.
Polemiche a parte, si parte davvero con la sessione di bilancio, il documento finanziario sbarcherà in aula il 21 e 22 dicembre prossimi.