Cronaca

Taranto, operazione “Easy Credit”: sgominata banda di usuraie

TARANTO – Usura “di vicinato” da parte di donne dal “credito facile”. Si chiama proprio “Easy credit” l’operazione con cui la Squadra Mobile di Taranto, alle prime luci del mattino, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 8 persone considerate responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di usura ed esercizio abusivo di attivitĂ  finanziaria. Un’articolata organizzazione criminale, composta in gran parte da donne, dedita alla cosiddetta “usura di vicinato”, caratterizzata cioè da un rapporto diretto tra l’usuraio e le vittime, in gran parte dei casi anziani, in temporanea difficoltĂ  economica.

A capo dell’organizzazione, Margherita SEPRANO, tarantina di 72 anni che, avvalendosi di suoi familiari e conoscenti, era diventata il “punto di riferimento” di una larga cerchia di persone che, per le ragioni più disparate (dai bisogni primari fino alle più futili esigenze di trascorrere le serate nelle sale Bingo), si rivolgevano alla donna per ottenere disponibilità di denaro contante.

Le indagini hanno preso avvio nell’ottobre 2018 dalla segnalazione di una donna che segnalò ai poliziotti della Sala Operativa il fatto che i suoi anziani genitori fossero vittime di usura.

Proprio gli abituali frequentatori di due sale bingo del capoluogo erano le “prede” preferite. Giocatori compulsivi o in alcuni casi anche anziani soli che avevano come unico svago il “Bingo” venivano avvicinati dai componenti dell’organizzazione e, al momento del bisogno, messi in contatto con la 72enne.

L’abitazione dell’usuraia, nel centro di Taranto, da circa sette anni era così diventata un vero e proprio bancomat.

Le indagini hanno accertato che, nella maggior parte dei casi, le richieste di denaro arrivate via telefono o attraverso il citofono, e venivano immediatamente esaudite. L’usurato, infatti, si recava di persona nell’appartamento della donna o ritirava le somme in contanti attraverso un montacarichi installato sul balcone interno al cortile dello stabile.

In caso di “inadempienze”, oltre alle richieste esplicite e pressanti fatte telefonicamente, la donna a capo dell’organizzazione, nei casi piĂą “difficili”, utilizzava il metodo della pubblica “umiliazione” del cliente moroso, recandosi personalmente a casa dell’usurato e urlando le proprie ragioni in maniera plateale e sguaiata.

Pratica nota alle sue vittime che fungeva da deterrente e che portava ad assecondare celermente le richieste usuraie per evitare la “pubblica umiliazione”. Nel febbraio dello scorso anno, i poliziotti, durante una perquisizione domiciliare in casa della donna, riuscirono a recuperare due grossi quaderni.

Il primo era una rubrica telefonica in cui erano annotati centinaia di numeri di telefono delle vittime; l’altro era un vero e proprio “libro mastro”, in cui venivano meticolosamente registrati tutti gli importi elargiti, le rate pagate alle scadenze fino al cosiddetto “montante”, l’importo finale da riscuotere.

Tra questi, anche una “scheda” di un debito estinto nel 2012, tangibile segno della loro ormai pluriennale illecita attività.

L’organizzazione, per nulla intimorita da quella perquisizione, aveva continuato imperterrita la sua attività e, temendo di essere sotto osservazione, aveva adottato tutte le accortezze necessarie per sviare le indagini, fino ad avvalersi di tecnici specializzati per bonificare gli ambienti da eventuali microspie.

L’attivitĂ  di analisi e di incrocio delle informazioni provenienti da piĂą fonti, suffragata anche dal contenuto della documentazione sequestrata, ha permesso così ai poliziotti di ricostruire oltre cento prestiti usurari, di identificare buona parte dei clienti e di accertare, attraverso le schede a ciascuno di loro assegnate, le somme ricevute, l’entitĂ  dei singoli prestiti ed i tassi di interesse volta per volta applicati che nella maggior parte dei casi erano compresi tra il 60 e l’80% annuo, fino ad arrivare in alcune altre circostanze al livello massimo riscontrato del 240%.

Più di 300mila euro l’ammontare dell’illecita attività ricavato dalla somma totale degli importi di ciascuna scheda.

Nel corso delle perquisizioni di questa mattina, in casa della Seprano, i poliziotti della Squadra Mobile, hanno recuperato – nascosti all’interno di un cuscino – quasi 2.000 euro in banconote di vario taglio e numerosi documenti bancari e d’identitĂ  intestati alle presunte vittime.

Custodia cautelare in carcere

1. SEPRANO Margherita, anni 72, ritenuta promotrice, capo ed organizzatore dell’associazione;

2. VICECONTE Rosetta, anni 67

3. MIGNOGNA Eleonora, anni 48

4. MIGNOGNA Cataldo, anni 50

5. MIGNOGNA Giacomo, anni 51

6. SEPRANO Egidia, anni 62

 

Custodia cautelare agli arresti domiciliari

7. LAPENNA Aldo, anni 77

8. MIGNOGNA Filippo, anni 29

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