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Vaccinazione anti-Covid: ecco gli ospedali proposti dalle Asl salentine

SALENTO – Come richiesto dal Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, proprio in queste ore tutte le Asl di Italia devono inoltrare l’elenco dei nosocomi e delle strutture saniatarie ideali per la campagna di vaccinazione massiva anti-Covid. Campagna che, stando agli annunci del Ministero della Salute, dovrebbe partire a fine gennaio, con l’arrivo della prime dosi, più di 3 milioni e mezzo.

E allora ecco le proposte avanzate dalle Asl salentine.

La Asl di Lecce ha proposto i due ospedali che rispondono perfettamente ai requisiti richiesti. Si tratta del “Vito Fazzi” di Lecce e del “Panico” di Tricase.

La Asl di Brindisi, invece, ha proposto quattro strutture sanitarie: si tratta del “Perrino”, l’ex ospedale “Di Summa”, il presidio territoriale di assistenza di Fasano e il poliambulatorio di Oria.

La Asl di Taranto, infine, non ha ancora stilato il suo elenco. Entro stasera dovrà, però, necessariamente inviarlo.

Il criterio di scelta principe, per stilare l’elenco delle proposte, lo ricordiamo, è la dotazione tecnica dei nosocomi che deve rispondere perfettamente alle caratteristiche di conservazione del nuovo vaccino, che necessita di temperature specifiche.

In tutta la regione sarebbero circa una ventina, secondo una prima ricognizione, le strutture sanitarie che dispongono di frigoriferi capaci di raggiungere temperature molto basse, sino a -80 gradi. Temperature necessarie, si diceva, per la conservazione del vaccino anticovid.

Con le prime dosi potranno essere vaccinati un milione e 700mila italiani circa, dacché il vaccino prevede un richiamo: dunque bisogna considerare due dosi a testa.

Per questo, nella prima fase “Si potrebbe prevedere – ha spiegato il Commissario Arcuri – di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani“.

Il vaccino non sarà obbligatorio. Questo non significa, però, che il servizio da offrire non debba essere pronto ad una domanda corposa.

Per questo, si legge nella missiva inoltrata da Arcuri ai Governatori regionali, “ogni presidio ospedaliero (indicato) dovrà essere in condizioni di vaccinare almeno 2mila persone” o “più persone ma con multipli di mille in 15 giorni”.

E.FIO

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