LECCE- È entrato in ospedale negativo al virus, ma durante il ricovero è stato contagiato. L’Asl di Lecce è quindi responsabile, civilmente, di quanto accaduto e delle gravi conseguenze che questo ha comportato ad un 48enne di Squinzano.
Questo almeno secondo il legale dell’uomo, l’avvocato Cosimo Miccoli, ha inviato una lettera con una richiesta di risarcimento proprio alla Asl di Lecce, ricostruendo tutte le fasi che hanno portato il suo assistito ad uscire dall’ospedale, dopo un lungo calvario, con una salute fortemente compromessa. Il 23 marzo del 2020 l’uomo è stato ricoverato al Fazzi di Lecce dopo essere passato dal pronto soccorso. Una tac ha evidenziato, tra le altre cose, problemi al torace con versamento pleurico e ispessimento delle pareti bronchiali.
E’ stato così disposto il ricovero in pneumologia e poi, in extra locazione in chirurgia plastica. Sino al momento del ricovero l’uomo era stato sottoposto a due tamponi: uno a domicilio qualche giorno prima, e l’altro in ospedale appena arrivato in reparto di chirurgia. In entrambi i casi i risultati erano negativi. Da chirurgia infine l’uomo è stato trasferito in pneumologia, e qui il terzo tampone: anche questo negativo. Sono trascorsi 15 giorni. Il compagno di stanza del 48enne muore per coronavirus. E’ il 10 aprile: l’uomo di Squinzano viene sottoposto al test e questa volta è positivo.
Viene trasferito nel reparto infettivi dove comincia una lunga cura, sia per la sua patologia sia per il coronavirus, contratto “innegabilmente e incontrovertibilmente- si legge nella lettera del legale- nel reparto di pneumologia. L’uomo viene dimesso il 16 maggio ma gli strascichi causati dal virus sono importanti. Gli hanno provocato danni biologici irreversibili, e aggravato la patologia pregressa tanto che l’uomo è in pericolo di vita. “Date le circostanze- scrive il legale nella sua lettera alla Asl- è indubbia la responsabilità dell’azienda ospedaliera che invece ha degli obblighi precisi nei confronti del paziente, che non solo le cure, ma anche la protezione che, in questo caso, è mancata”. Ecco perché viene chiesto alla Asl, un risarcimento adeguato.