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Protesi e “mazzette”, qualcuno sapeva. Un eposto anonimo dà il via all’inchiesta

LECCE- Gli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Lecce nell’ambito dell’inchiesta “Buste Pulite” sono il risultato di un’indagine ben più ampia che segue diversi filoni. Ma a far concentrate l’attenzione degli inquirenti su Carmen Genovasi, 46 anni dirigente amministrativa dell’ufficio Protesi dell’Asl di Lecce e su quanto avveniva in quell’ufficio di piazzetta Bottazzi dove i finanzieri hanno documentato il via vai di “bustarelle” tra lei e gli imprenditori coinvolti, è stato un esposto anonimo dettagliato arrivato nelle mani degli inquirenti nel 2018.

Qualcuno era a conoscenza delle manovre della dirigente nell’indirizzare le pratiche per le protesi sanitarie, ortopediche e acustiche? Probabilmente sì, e ha deciso di mettere la pulce nell’orecchio agli inquirenti indirizzandoli su un’analisi delle spese a carico dell’azienda sanitaria nel settore delle protesi: 30 milioni di euro non giustificati considerando il numero della popolazione leccese. Un rapporto che, confrontato con il resto delle province, non regge.

Uno spunto, naturalmente, dal quale gli uomini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce sono partiti per indagini molto approfondite. Intercettazioni telefoniche innanzitutto, ambientali nascoste nelle auto di alcuni degli imprenditori, le telecamere piazzate nell’ufficio dell’Asl. Ma non solo.

A confermare il fatto che ci fosse un’assegnazione discrezionale di pratiche per ausili medici da parte della funzionaria, è stato anche lo studio, attraverso le banche dati, del “lievitato” volume d’affari nelle aziende coinvolte. Una crescita esponenziale del fatturato, decisamente anomala, di poche aziende rispetto alle moltissime convenzionate in provincia di Lecce. Elemento che non poteva non mettere in allarme gli inquirenti che con le indagini hanno avuto la conferma dei sospetti avvalorata, nei giorni scorsi, dalla stessa confessione della Genovasi. La funzionaria davanti al gip ha ammesso gli episodi corruttivi e gli accordi con i responsabili delle ditte. Lo avrebbe fatto, secondo quanto da lei dichiarato, perché in un momento di difficoltà economica.

M.Cos.

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