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Serie A quasi fuori dal tunnel. Il Governo pronto a dare l’ok. E il piano B?

LECCE – (t.d.g.) Ancora qualche giorno prima di conoscere la data di ripresa, si spera, del nostro campionato. Oggi la Serie A sarebbe in vacanza se in campo non fosse sceso il Covid-19. In queste ore avremmo letto, ascoltato e commentato sui giornali e in tv i verdetti del campionato di Serie A: l’assegnazione dello scudetto, i piazzamenti per le Coppe europee, le retrocessioni in Serie B. Leggiamo, invece, che questa sarà la settimana decisiva per consentire alle venti società del massimo campionato di calcio di concludere regolarmente il torneo fermato per la pandemia da Covid-19. Giovedì prossimo si deciderà se e quando il sipario sul campionato potrà nuovamente alzarsi. Le luci furono spente lo scorso 8 marzo con gli ultimi gol che mandarono in archivio la settima giornata di ritorno. Il Governo e i poteri del calcio devono trovare l’intesa su come disciplinare la vita sportiva delle venti sorelle di Serie A, le quali sembrano tutte d’accordo a far riaprire l’industria calcio e chiudere la stagione. Si sta cercando di disciplinare la condotta delle squadre e dei rispettivi entourage per prevenire i contagi, ma sul terreno di gioco ogni prevenzione potrebbe annullarsi vista la natura del gioco del calcio. Tuttavia è più semplice coordinare e organizzare gli spostamenti di venti squadre di calcio, che convincere normali cittadini, fuori controllo dopo il lockdown , a rispettare le norme previste dall’ultimo Dpcm. In Germania si è già consumata la seconda giornata dopo la riapertura al calcio, in Spagna il campionato partirà fra due settimane, In Inghilterra e Italia si stanno per prendere le decisioni definitive. Il ministro Spadafora ha ricevuto dalla Figc il protocollo rivisto e corretto. Si spera nell’approvazione da parte del comitato tecnico scientifico. Saranno giorni intensi anche perché, come stabilito, martedì è in programma il Consiglio di Lega, giovedì l’appuntamento con il ministro Spadafora. Intanto, la Figc dovrà convocare pure un consiglio federale per stabilire le regole di un eventuale piano B, se il contagio dovesse diffondersi tra i calciatori e costringere i club ad applicare le necessarie restrizioni. Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani ha espresso più volte la propria posizione, cioè contraria a un nuovo format che preveda play off e play out per emettere tutti i verdetti. Il club giallorosso non vuole cambiamenti in corsa e spera che pure altre società la pensino allo stesso modo. Al Governo si chiederà, pure, di poter ricominciare già il 13 giugno e non il 20. Quindi di rivedere la norma sulla sospensione di tutti gli eventi fino al 14 giugno. Un tentativo, questo, per non strozzare troppo il calendario nel quale le partite da disputare sono 124, compresi quattro recuperi. Nei prossimi giorni anche l’associazione calciatori farà sentire ancora di più la propria voce perché rivendica dei diritti che vorrebbe far rispettare. Altro argomento, non di minore importanza, tutt’altro, al quale si dedicheranno le società di Serie A, è quello dei diritti Tv. I milioni dell’ultima rata non sono stati ancora versati dai network che si sono assicurati i diritti. È il vero motivo per il quale il calcio vuole ripartire.

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