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Paglialunga, patron della Deghi: “Si pensi a un calcio dilettantistico nuovo”

LECCE – L’imprenditore salentino, Alberto Paglialunga, patron della Deghi Calcio società che milita nel campionato di Eccellenza, è intervenuto parlando della situazione del calcio italiano e della differenza tra calcio professionistico, di cui si parla tantissimo in questo periodo di stop a causa dell’emergenza sanitaria per il Coronavirus, per creare i presupposti per una ripresa dell’attività sportiva, e calcio dilettantistico, intorno al quale tutto tace, eppure alimenta la passione di moltissimi tifosi con 550mila partite che organizza annualmente sul territorio nazionale.

Alberto Paglialunga, Patron Deghi Calcio

«Al momento non ci sono le condizioni per ricominciare. La salute è il bene primario da salvaguardare, il resto si dovrà gestire in un secondo momento. Prima che arrivasse lo stop della Lnd in vista delle gare del 7 e dell’8 marzo scorsi, la Deghi Calcio aveva deciso di non scendere in campo in quel di San Marco in Lamis, di lì a poco considerata “Zona Rossa” a causa del Covid- 19 – afferma Alberto Paglialunga – in quanto la vita è più importante di qualsiasi risultato sportivo.
È un momento di grande riflessione che deve coinvolgere tutte le parti che ruotano attorno al calcio dei “dilettanti”, La smania di successo e il desiderio smodato di vincere ha portato noi dirigenti a stravolgere le regole del gioco. Si spendono cifre importanti e non in linea con quello che accade attorno a noi – rimarca Alberto Paglialunga – ci sono tanti giocatori che vivono di calcio, le società di Eccellenza e Promozione pretendono le doppie sedute di allenamento e i ragazzi non si possono dedicare a un lavoro normale. Il calcio dilettantistico deve ripartire da novità importanti. Innanzitutto si deve investire sugli impianti che siano capaci di riportare la gente a bordo campo, si devono debellare gli episodi violenti che pure permangono e la Federazione deve presentare alle società le possibilità di credito agevolato che pure esistono. Detassare le sponsorizzazioni, abbassare i costi di iscrizione e di gestione – dice ancora – e valorizzare i settori giovanili e le scuole calcio.
Immagino squadre che si fondano sui calciatori giovani. L’obiettivo non è quello di cercare il risultato nell’immediato ma costruire qualcosa che duri in maniera stabile nel tempo. Nel calcio come nella vita ci sta sbagliare una stagione e retrocedere e poi ripartire. Sarebbe importante se fosse abolita la regola degli Under e fosse inserita quella relativa a un numero massimo di Over da mandare in campo. Del resto – la riflessione credo sia incontrovertibile l’idea di un torneo Juniores inutile per come è costruito e rappresenti soltanto un costo per le casse societarie. Quegli stessi ragazzi di 18/19 anni dovrebbero essere messi in condizione di disputare i tornei dilettantistici maggiori. Un segnale forte e di rottura con un passato che non possiamo più sostenere. Lo sport, il calcio è palestra importante di crescita – rimarca Paglialunga – impara a fare accettare le regole del gioco, il rispetto degli altri e nutre i sogni. Non facciamo che tutto vada per aria».

Infine l’imprenditore salentino con la passione straordinaria per il calcio conclude con un auspicio: «Sarebbe opportuno che il Comitato regionale Puglia di Figc/Lnd avesse un ruolo di raccordo con le centinaia di società abbandonate a loro stesse da troppe settimane. Un incontro aperto in videoconferenza ad esempio, nel corso del quale iniziare una discussione necessaria per stabilire modi e metodi della futura ripartenza».

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