BARI – Lavori in corso nei campi agricoli del Salento. Ci sono due scadenze per le imprese del settore: la prima è il 30 aprile, la seconda il 31 maggio. Date che, a seconda delle zone della Puglia in cui si vive sono obblighi o consigli.
Giuseppe, 27 anni, agricoltore per tradizione familiare, le segue entrambe alla lettera. Vive e ha i campi a Spongano, piena zona infetta per la xyella, potrebbe non farlo ma lo fa. Le piante sono ormai secche da tempo, la sputacchina qui purtroppo non può più far danni portando la xyella. Per questo la scadenza del 30 aprile per lui è solo consigliata. Ma l’impegno è lo stesso. Ripulire i terreni per evitare il diffondersi dell’insetto vettore è una responsabilità che va oltre le parole.
Stesso impegno per la seconda scadenza, quella del 31 maggio. Qui però la Regione la indica come un obbligo per terminare la messa in sicurezza dei terreni, con fasce tagliafuoco perimetrali di 5 metri o la pulizia totale del terreno. Arature, trinciature con trinciaerba, potature da terminare con trinciasarmenti per evitare che i residui possano scatenare incendi. Tutto si fa con la massima dedizione, anche in momenti di così grande difficoltà in cui il batterio per le piante e il virus per l’uomo, hanno messo a dura prova l’intero comparto. Per questo Giuseppe, lancia un appello ai suoi coetanei, a non abbattersi e guardare oltre le epidemie, a quando sarà il momento della ricostruzione. “Il mio invito – ci dice Giuseppe Guida – è rivolto ai miei coetanei, ai giovani, a non perdere le speranze. A dedicarsi all’ambito agricolo. E’ vero, ci sono gli alberi secchi, si dovrà andare verso altre colture. Ma non esiste solo l’olivo. Ci sono tante altre colture. Il mio invito è ad uscire dalla nostra zona di confort, di andare oltre i nostri limiti, con ambizione, forza e coraggio. Cerchiamo di non abbatterci e di creare una agricoltura molto più redditizia“.