BRINDISI- Continuano a infettarsi medici, infermieri e oss di reparti no-Covid. Nell’ospedale Perrino di Brindisi chiude -per sanificazione, quindi temporaneamente- il reparto di Neurochirurgia, i sindacati insorgono. E il direttore generale spiega che si è data priorità all’urgenza, al salvare la vita di una paziente. Al momento, gli operatori sanitari risultati positivi al Covid nel reparto sono 10: uno lo era già da qualche giorno, al quale si aggiungono 2 medici, 6 infermieri e un oss.
Chiuso il reparto, i pazienti che vi erano ricoverati sono stati spostati in Chirurgia generale. L’ennesimo contagio ha scatenato nuovamente la reazione dei sindacati della funzione pubblica. Cisl e Uil scrivono: “Dopo questo ulteriore contagio nel reparto di Neurochirurgia, reparto definito no Covid, siamo costretti, nostro malgrado, a denunciare l’assenza della figura deputata a coordinare e gestire il Servizio di prevenzione e protezione che, si ricorda, ha il compito di individuare i fattori di rischio, analizzarli all’interno del Dvr (documento di valutazione dei rischi) ed elaborare tutte le misure adatte a mantenere gli ambienti di lavoro in linea con i dettami della vigente normativa nel settore della sicurezza sul lavoro, l’Rspp. Prevenire il rischio contagio è il mantra di chi opera all’interno delle strutture sanitarie”.
Il direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, dal canto suo ricostruisce la vicenda: “Nei giorni scorsi – dice – è arrivata al Perrino una paziente con un importante problema neurochirurgico. In questi casi bisogna entrare in pochi minuti in sala operatoria. La stessa situazione si potrebbe presentare anche per un grave politrauma, un intervento di chirurgia vascolare o per un infarto: il fattore tempo è fondamentale per salvare la vita al paziente. Siamo certi che il personale abbia utilizzato i dispositivi di protezione, ma le analisi hanno rivelato che alcuni operatori sanitari sono positivi e il medico competente sta procedendo con altri controlli. Medici e infermieri sono stati messi in isolamento e il reparto è stato sanificato. Inoltre, abbiamo disposto il trasferimento in un altro reparto dei quattro pazienti ricoverati, che sono risultati negativi ai tamponi”. Ma i sindacati non hanno dubbi: “Il paziente deve essere trattato come potenzialmente untore e il personale che opera nelle strutture sanitarie deve essere messo nelle condizioni di poter osservare i protocolli operativi, ove questi esistano e siano messi a conoscenza del personale sanitario, medico e non medico. Oggi tutta la struttura sanitaria è esposta ad alto rischio, il paziente che arriva per cure urgenti, non avendo modo di poter verificare la sua positività, deve essere trattato come soggetto a rischio pertanto l’operatore che interviene deve avere le protezioni individuali idonee, se si continua sempre ad avere Dpi non idonei come ad esempio le mascherine chirurgiche, ci troveremo domani ad avere altro personale contagiato” Chiedono poi di rimuovere dall’incarico il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione.