SALENTO –Rito civile festeggiato in una sala ricevimenti della provincia il sette marzo, poi due positività al covid- 19 e quarantena per 70 ospiti e sei camerieri.
Non impediva ancora lo svolgimento del servizio di ristorazione il decreto del Presidente del Consiglio alla data del sette marzo scorso. Giorno in cui, in un hotel e sala ricevimenti del Salento si è svolto, alla presenza di 70 invitati, un matromonio civile ed il successivo ricevimento. Accadeva, dicevamo, sabato sette, quando tra le regole da rispettare imposte dal Governo, c’era solo quella di garantire la distanza tra i commensali di almeno un metro. Pochi giorni dopo la notizia della positività di una donna di Collemeto e del marito, entrambi invitati al rito. Immediata, la comunicazione da parte della Asl territoriale che ha imposto la quarantena per tutti i partecipanti (70) e per i sei camerieri che in qualche modo, avendo collaborato alla riuscita del banchetto potrebbero essere entrati in contatto con le due persone positive. “Ci hanno comunicato quanto accaduto a metà della settimana, tiene a precisare il titolare della struttura che rimarca – Il tampone è stato eseguito giorni dopo la cerimonia, quindi non può esistere nessuna certezza della positività della donna al momento della sua presenza in loco. La cerimonia è stata presieduta dalle autorità comunali, alle quali mi sono rivolto poche ore prima, proprio per comprendere il da farsi. Chiartito che l’unico obbligo, in quel momento, fosse quello di mantenere e garantire la distanza superiore ad un metro tra i partecipanti al rito , abbiamo pensato di svolgerlo nel pieno ripetto delle regole. Essendo una grande struttura non avremmo avuto nessun problema a garantire ben oltre un metro di distanza tra gli invitati”.
La quarantena per i settanta è scattata, tra mercoledì 11 e giovedì 12 marzo, data della scoperta della positività al tampone per la donna, stretta parente dello sposo. “Stessa misura presa, a scopo precauzionale da parte della Asl, in maniera giusta e celere – aggiunge il titolare – per i sei camerieri che erano presenti in sala. Non solo siamo sempre stati nella perfetta regolarità, ma immediatamente per senso di responsabilità individuale e collettivo, io stesso e i miei dipendenti abbiamo deciso per la quarantena, anche se non imposta da nessuno”.