BRINDISI- Porre domande al ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato possibile solo per alcune testate nazionali. Durante la sua visita nel Centro Servizi Globale delle Nazioni Unite a Brindisi, non c’è stata alcuna possibilità per i giornalisti locali di fare ciò che sono chiamati a fare.
Una gestione sui generis: mentre era in corso la conferenza, un addetto stampa della Farnesina ha annunciato ai giornalisti la necessità di contenere il tutto in tre interrogativi, chiedendo anche quali fossero gli argomenti. Le testate territoriali presenti hanno espresso la necessità di porre la domanda sulla politica regionale, come è consuetudine fare quando arrivano esponenti del governo. Prima è stato detto di no, poiché il tema doveva attenere solo la politica internazionale; poi che Di Maio non avrebbe risposto ma che comunque avrebbe potuto parlare di Brindisi. Si è ribattuto chiedendo comunque di consentirci di porre la domanda e lasciando a lui la scelta di riservarci il silenzio davanti ai microfoni.
Risultato: nel punto stampa previsto, dopo il suo discorso e la prima domanda del collega Rai, il suo collaboratore ha assegnato le altre due restanti a precise testate nazionali, tagliando fuori le locali, come documentano le registrazioni.
Successivamente, divieto assoluto di avvicinarsi. Persino il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, è stato più aperto e disponibile e meno blindato.