SALENTO- Non solo Dolcetto o scherzetto, la notte di Halloween apre scenari ancora più oscuri, spaziando nel tempo, quando il bene e il male si sono incontrati e scontrati anche qui nel Salento, lasciando tracce vistose in importanti opere d’arte, come nella tela seicentesca posta all’interno della chiesa dell’Annunziata, a Galugnano, frazione di San Donato di Lecce: lì si racconta di uomini e donne che in quell’epoca furono liberati da attacchi del maligno…
A Corigliano d’Otranto, invece, all’interno della chiesa matrice, è immortalato un esorcismo praticato non su una sola persona ma sull’intera cittadinanza. Nella tela si notano, in alto, San Nicola, che è il protettore della città, accompagnato da San Trifone.
E ancora, continuando il viaggio nelle opere d’arte, nella cappella di San Paolo, a Galatina, si può notare la tela che raffigura il Santo mentre aiuta un uomo morso nelle campagne da un ragno, uno scorpione o un serpente; o l’affresco nella cappella della Madonna di Vereto a Patù, dove ai piedi di San Paolo ci sono gli stessi animali e i serpenti attorcigliati sulla sua spada.
Ma nel Salento si parla anche di streghe, in particolare tra Giuggianello, Giurdignano e Minervino di Lecce, dove tra gli ulivi secolari si nascondono dei veri e propri “monumenti naturali”. Ricca di fascino, ad esempio, è la leggenda secondo cui i «Massi della Vecchia» erano la dimora di una strega, “la striara”, che, al tramonto del sole, lanciava le sue “macarie” contro coloro che osavano profanare quel luogo sacro. Secondo un’altra versione, con l’aiuto di un vecchio orco si ‘divertiva’ a trasformare in pietra chiunque non sapesse rispondere alle sue domande.
A Uggiano, invece, si racconta che per il sabba le streghe si riunissero intorno ad un “noce del mulino a vento”, a pochi passi da un antico frantoio ipogeo, e ancora oggi, soprattutto nelle notti di luna piena, qualcuno dice di sentire ancora dei rumori simili a canti o risate che si diffondono nell’aria. Infine, come ciliegina sulla torta, spunta la storia della Guglia degli Orsini del Balzo, a Soleto. Secondo la tradizione popolare, il campanile fu costruito in una sola notte da Matteo Tafuri, celebre alchimista e filosofo, esperto in esoterismo, che si servì di streghe, demoni e spiriti evocati dal regno oscuro. L’esercito chiamato a raccolta doveva terminare tutto prima dell’alba, ma qualcuno fu ‘sorpreso’ dal canto del gallo e non riuscendo più a trovare la via del ritorno negli inferi furono pietrificati nella torre.