LECCE- A margine del giudizio della Corte dei Conti di parifica del bilancio regionale, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, parlando del rischio di perdita dei fondi PSR, Programma di Sviluppo Rurale, ovvero il principale strumento di programmazione e di finanziamento del sistema agricolo e agroalimentare pugliese, ha detto che ci vorrebbe più calma. Che il rischio di perdita deriva dal fatto che gli agricoltori “impugnano tutto l’impugnabile.
E la reazione degli agricoltori, sentite alcune associazioni di categoria, è chiara: Siamo abituati -dicono- il presidente dà sempre la colpa a noi. Quando, invece, si sa bene che c’è un intoppo di fondo, ovvero la mancanza di una istruttoria. “Anche il Consiglio di Stato nell’ordinanza parla del ‘carattere parziale dell’istruttoria’, quando sono anni – ricorda il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – che chiediamo all’Assessorato all’Agricoltura una istruttoria puntuale e rigorosa di tutte le domande, in modo da rendere la graduatoria inoppugnabile e inattaccabile. Caduto nel nulla anche il monito di utilizzare, da subito, gli strumenti per la gestione delle istruttorie messe a disposizione dal Sistema nazionale (SIAN)”. Per il presidente Muraglia “la Regione Puglia continua a navigare a vista, senza correggere gli errori di programmazione, anzi peggiorando la situazione con modifiche ai criteri di accesso a bandi pubblicati nel 2016, con un effetto boomerang che ha aperto la strada ad ulteriori ricorsi. I ritardi accumulati nell’avanzamento del programma di sviluppo rurale rischiano di farci perdere oltre 260 milioni di euro”. Dello stesso avviso il presidente di Confagricoltura Lecce, Maurizio Cezzi: “Emiliano se la prende sempre con noi, lo ha fatto anche con i consorzi. La vicenda del PSR è semplicissima -dice- Per accedere alle misure, occorre compilare un format predisposto dagli uffici regionali. Le contestazioni sono nate perché molti criteri per salire di priorità nelle richieste sono opinabili. È normale che un imprenditore presenti ricorso. Alcune istruttorie non sono state fatte, altre sì, ma basandosi sempre su quei criteri da loro stessi previsti. Criteri spesso non oggettivi, ma discrezionali”.
Come dire: a fronte di criteri non oggettivi né condivisibili, è chiaro che chi viene escluso faccia di tutto per accedere a quel denaro per la propria attività. Denaro che, se non speso entro l’anno, andrà perso.