Cronaca

“Metallo”: traffico illecito di rifiuti speciali. 79 indagati

LECCE – Una società salentina dedita allo smaltimento dei rottami metallici, nel corso di quasi 3 anni, ha beneficiato della cessione di materiale metallico per quasi 10 mila tonnellate, fatturate in regime di reverse charge, per un valore complessivo di oltre 2.400.000 euro. Ma il giro di rifiuti era illecito: le aziende che conferivano i materiali speciali lo facevano senza alcuna autorizzazione.

Si chiama “METALLO” l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Lecce, sotto la direzione dei magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia.

Le indagini, svolte dai militari della Tenenza di Maglie, hanno permesso di acquisire un rilevante quadro probatorio nei confronti di amministratori, dipendenti e collaboratori della società, i quali, in concorso tra loro, per conseguire un ingiusto profitto, acquistavano, ricevevano e gestivano abitualmente e abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti da numerosi conferitori della zona dediti all’attività di raccolta, trasporto e commercializzazione di materiale metallico, risultati non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali. Il reverse charge è un metodo di applicazione dell’IVA che permette di effettuare l’inversione contabile dell’imposta direttamente sul destinatario della cessione del bene o della prestazione di servizio, anziché sul cedente, quindi in questo caso sulla società e non sulle aziende che vi conferivano rifiuti.

Secondo le fiamme gialle, il “modus operandi” era comune a tutti coloro che agivano in nome della Società, i quali, pur ammonendo talvolta gli operatori economici sprovvisti di autorizzazione sul rischio al quale si esponevano nel trasportare e scaricare il materiale metallico, fornivano comunque loro specifiche istruzioni su come scaricare illecitamente presso la sede della stessa società.

Sono 79 le persone raggiunte in questi giorni da avviso di garanzia, quattro delle quali fanno parte della compagine della società di smaltimento e dovranno rispondere di trafico illecito di rifiuti. Ammontano a 75, invece, i soggetti conferitori identificati dalla Guardia di Finanza, tutti della provincia di Lecce, titolari di partita Iva, che dovranno rispondere per aver posto in essere un’attività di raccolta, trasporto e commercializzazione di materiale metallico, pur non essendo iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali.

L’intero complesso aziendale della società salentina indagata è stato sottoposto a sequestro preventivo.

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