LECCE- Ha confessato di aver appiccato l’incendio che ha distrutto il Ballon Party di viale Japigia e ammesso le sue responsabilità. Il movente: dissidi con il proprietario del negozio distrutto legati all’immobile. Paolo Spalluto, assistito dal suo avvocato Luigi Rella, è stato interrogato in carcere in mattinata dal gip Giovanni Gallo alla presenza della pm Maria Consolata Moschettini che ha coordinato le indagini. Ha respinto invece qualsiasi responsabilità sull’altro incendio, quello che il 17 marzo scorso provocò danni ingenti e la chiusura per diverso tempo del locale e che fu attribuito ad un corto circuito nel quadro elettrico. L’ultimo incendio invece era scoppiato alle 2. 50 di sabato scorso. A mezzogiorno Spalluto era già in carcere, arrestato in flagranza dopo un’indagine lampo della Squadra Mobile guidata dal dottor Alessandro Albini, con l’accusa di incendio doloso.
Questa volta, come confermato dai vigili del fuoco, non si era trattato di un incidente. Nell’aria c’era un forte odore di gasolio e tracce evidenti dello stesso combustibile c’erano anche nei locali adiacenti, quelli della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. I sospetti degli agenti sono confluiti subito su Spalluto, anche sulla base di episodi analoghi avvenuti durante l’estate, come l’incendio di alcuni alberi di pino davanti alle “Twin Towers” , l’attività gestita da Spalluto e da tempo chiusa per fallimento con procedura di sfratto in corso. Le perquisizioni successive hanno confermato i sospetti: nell’auto è stata trovata una bottiglietta di plastica con alcol etilico e con il tappo bucato, rotoli di carta igienica, e nel portabagli tre fusti da 5 litri vuoti ma con tracce di gasolio. In casa altro materiale inquivocabile: bottigliette e una scala a pioli anche questa con tracce di gasolio, probabilmente usata per raggiungere le finestre del Balloon Party.
