Cronaca

Clan come paciere sociale? L’appello dell’Arma: “Cittadini, denunciate”

LECCE- Il gruppo di Nocera “non aveva nulla da invidiare agli altri del territorio salentino”, rimarcano dall’Arma. Preoccupa un elevato livello di consenso sociale che il sodalizio aveva acquisito a Carmiano e dintorni. “Non sono stati documentati rapporti con amministratori del posto o attinenti a controlli effettuati di recente nel Comune di Carmiano”, è stato precisato in conferenza stampa, alla presenza anche del comandante provinciale Paolo Dembech, del comandante della sezione anticrimine del Ros di Lecce Gabriele Ventura, e del Reparto operativo Pasquale Montemurro. Ed è proprio dall’Arma che viene lanciato un appello alla fiducia rivolto ai cittadini. Perché inquieta quella ricerca di protezione emersa dalle indagini: tra gli episodi, c’è anche quello di un residente che, dopo il furto di una borsetta, invece di denunciarlo, si è rivolto ai fratelli Conversano per riottenerla.

Un capo indiscusso in zona, Fernando Nocera, nativo di Cerignola e trasferitosi nel Salento alla fine degli anni ’80, un pedigree che lo ha visto prima al fianco di Angelo Saponaro, allora referente del clan Tornese su Camiano e poi, dopo la condanna di quest’ultimo all’ergastolo, nel suo ruolo. Anche Nocera è già stato condannato per associazione mafiosa, nel 2000, scarcerato otto anni dopo, di nuovo arrestato lo scorso anno. Il suo ruolo è emerso inoltre dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, come da ultimo Tommaso Montedoro. La sua caratura criminale era nota a tutti. Non a caso, tra le vicende più singolari emerse dall’inchiesta c’è il furto compiuto nella sua casa e mai denunciato. Probabilmente opera di stranieri, nessuno si sarebbe mai permesso di entrare lì, è stato il commento dei suoi sodali. Quando, all’alba, i carabinieri lo hanno raggiunto nell’abitazione di Porto Cesareo dove stava scontando i domiciliari, Nocera non è sembrato sorpreso. E non ha opposto resistenza.

 

https://youtu.be/-tTkDv8-PdQ

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