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Mancosu: “Da qui non vado via, ma dipende da me”

ACAJA(LECCE) – (di Tonio De Giorgi) È pronto a riprendersi il Lecce Marco Mancosu. Il capitano giallorosso costretto a mordere il freno per un doppio infortunio durante il ritiro estivo ha comunque preso parte alla partita di esordio al Meazza contro l’Inter. Per lui, come per altri compagni, il debutto in Serie A è stato amaro, ma è già animato dalla voglia di riscatto. “Mi fa male perdere 4-0 – afferma in conferenza stampa -, non mi piace. Sappiamo benissimo che ci dobbiamo calare in un’altra realtà, ma non bisogna rassegnarsi neanche quando di fronte c’è l’Inter. Anche contro queste grandi formazioni si deve cercare di rosicchiare quei punti importanti per la salvezza”. Dalla panchina, prima del suo ingresso in campo, Mancosu ha assistito a un Lecce coraggioso e anche bello. “Abbiamo disputato venti minuti esibendo grandi soluzioni – osserva -, tuttavia questa partita ci serviva per capire contro chi giochiamo. Dobbiamo sempre mettere grande concentrazione altrimenti si fanno brutte figure”. Il centrocampista cagliaritano che ha saltato il ritiro estivo a causa di un trauma distorsivo al ginocchio destro subito durante la partita contro lo Spezia, e per un problema conseguente al polpaccio, non ha potuto vedere da vicino i primi passi dei nuovi compagni di squadra. “Vedo ora gente in forma e che ha voglia di fare molto bene – continua -, sono rimasto impressionato dalla condizione che avevano i miei compagni di squadra. Pippo Falco, ad esempio, l’ho trovato trasformato a livellofisico, negli allenamenti aveva un altro passo. Inoltre sono contento dell’arrivo di Lapadula: mi ha sempre dato l’impressione di uno che avesse fame e lo sta dimostrando. Mi piace pure Shakhov: per la dedizione che ci mette nel lavoro sembra italiano, ci mette l’anima”. Contro il Verona Liverani potrebbe pensare a Mancosu dal primo minuto sebbene l’autonomia non sia da novanta minuti. Nel 4-3-1-2 del tecnico romano Mancosu è diventato fondamentale, “Questo lo lascio dire agli altri – aggiunge -, forse riesco a dare un po’ di equilibrio essendo un centrocampista, Però anche con tre attaccanti, contro la Salernitana, hanno fatto bene, è solo una questione di abitudine”. E nella passata stagione diventò una abitudine, bella, quella di fare gol. Alla fine ne ha contati 13. “Non so quanti ne farò quest’anno, non do un numero per non sembrare presuntuoso – spiega -, per me l’importante sono gli obiettivi di squadra, mantenere la categoria per questa squadra e società è il massimo, ma anche per questa città”. Nel passato campionato, proprio al Verona è legato un bellissimo ricordo. “Quel gol al Bentegodi mi fece trascorrere una delle notti più belle vissute qui a Lecce   – ricorda -,  spero di potermi ripetere. E il fortino del Via del Mare deve essere una costante, le salvezze si costruiscono così, dobbiamo trovare ancora i giusti meccanismi, ma ciò che non deve mancare e che ci ha accompagnato per tutta la scorsa stagione è stata l’umiltà”. Il suo contratto è ancora lungo, ma può pure non esaurirsi con naturale scadenza.  “Sono molto realista: in questo calcio se dai tanto prima o poi raccogli – conclude -, bisogna continuare a far bene e questo dipende da me, se sono qui dopo anni di C significa che me lo sono meritato. Se continuo a fare bene la storia con il Lecce sarà ancora lunga”.

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