LECCE- Dopo anni di buio pesto, la luce in fondo al tunnel si inizia a intravedere. La Provincia vara il nuovo bilancio, che si snoda lungo almeno quattro direttrici fondamentali: personale, ambiente, scuola e strade. Nel complesso, scende l’indebitamento dell’ente, che ha chiuso il 2018 con un disavanzo di 2,9 milioni di euro, per metà coperti dai 6 milioni di euro destinati a Palazzo dei Celestini dalla legge di bilancio.
Per quest’anno, si stima di spendere in totale 96 milioni di euro e, dopo quattro anni di contrazione, si ha una ripartenza, seppur prudente, della spesa. Sul versante entrate, le voci più importanti riguardano la Rca (24,8 milioni), l’imposta provinciale sulle trascrizioni (20 milioni); il Tefa cioè il tributo per l’esercizio funzioni ambiente, per buona parte (13 milioni) non versato dai Comuni; mentre si è deciso di contrarre drasticamente le entrate da sanzioni per violazione al codice della strada (2,2 milioni rispetto ai 6,5 del 2015).
Le scelte di quest’anno: in primis, sono stati stanziati 300 mila euro (100 in più dello scorso anno) per la rimozione dei depositi incontrollati di rifiuti e altrettanti per attività di sfalcio. Verrà su tal fronte incrementata la videosorveglianza con l’acquisto di almeno 12 fototrappola.
Sul versante della valorizzazione del personale: tornano le stabilizzazioni, che interessano dodici dipendenti amministrativi; otto unità passano da part time a full time; si hanno progressioni orizzontali per il 50 per cento dei collaboratori, oltre a quattro assunzioni esterne e una in comando da altro ente. Incoraggiante il dato sulle partecipate: ad Alba Service viene trasferito 1.800.000 euro per quest’anno; Salento Energia chiude con +380mila euro; Stp con +305mila; Celestini srl, invece, con -20mila euro. Sul futuro di quest’ultima, in particolare, sarà fatta seria riflessione. La Provincia manterrà l’impegno con l’Area marina protetta di Porto Cesareo (12mila euro); Parco Otranto-Leuca (50mila); Museo biologia marina (17mila); Consorzio universitario intersalentino- Cuis (160mila). Dopo 5 anni a secco, torna a dare ossigeno alla Focara di Novoli con 15mila euro.