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Terremoto nel Foro leccese: la presidente Altavilla e 5 consiglieri si dimettono

LECCE – Dopo un mese esatto dalla sentenza della Corte Costituzionale, la neo eletta presidente Roberta Altavilla e, al suo seguito, 5 consiglieri hanno rassegnato le dimissioni. Un passo indietro. Il 18 giugno scorso la corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio stabilendo la legittimità del divieto di terzo mandato consecutivo per i componenti dei consigli forensi.

La questione aveva infiammato la campagna elettorale per il rinnovo dell’Ordine degli avvocati leccese, scatenando una querelle sulla eventuale incandidabilità o ineleggibilità di chi ha già espletato due mandati consecutivi da consigliere e che avrebbe tagliato fuori dalla competizione alcuni dei componenti dell’attuale Consiglio dell’Ordine che avevano presentato la loro candidatura prima del pronunciamento della Cassazione. E sono proprio loro che, ad un mese dalla sentenza della Corte costituzionale, hanno rassegnato le dimissioni. Si tratta della neo eletta presidente Roberta Altavilla e il vice Raffaele Fatano, insieme ai consiglieri Simona Bortone, Laura Bruno, Vincenzo Caprioli e Luigia Fiorenza.

Con una nota diffusa sul sito istituzionale hanno così motivato questa scelta:  “Abbiamo congiuntamente deciso di non dare seguito alla nostra tutela in sede giurisdizionale conseguente ai reclami proposti da alcuni candidati non eletti, al Consiglio Nazionale Forense, avverso la nostra proclamazione.
Purtroppo il divieto di terzo mandato, pur se oggetto di critiche anche da parte di illustri costituzionalisti, piuttosto che suscitare un sereno e approfondito dibattito, ha dato sfogo a pressioni indebite, mirate, ancor prima della pronuncia della Corte Costituzionale, ad ottenere immediate dimissioni. Tali pressioni sono sconfinate spesso nella diffamazione e nella calunnia e sono divenute oramai intollerabili.

Pur consapevoli che ogni Avvocato non debba mai cedere alle pressioni, siamo altrettanto consci che la permanenza nella carica potrebbe indurre l’opinione pubblica a malevole, quanto infondate illazioni, circa la volontà di mantenere inesistenti privilegi, derivanti dal ruolo, svilendo così l’Avvocatura tutta.
Auspichiamo nel contempo -concludono- analogo senso di responsabilità da parte di coloro che si trovano in condizioni di ineleggibilità per differenti profili, altrettanto cogenti”.

“Iniziativa grave ed estrema, ahinoi indispensabile per il ripristino di una Legalità maltrattata e, addirittura, violata”. È il commento a caldo del coordinatore regionale delle camere civili, Salvatore Donadei. “Il danno è stato fatto, in termini di discredito della classe forense e di perdita di credibilità dell’ Avvocatura intiera -dice- Le dimissioni in seno al COA di Lecce di queste ore rappresentano l’epilogo di una vicenda che poteva, e doveva, essere definita molto prima, ed in ben altro modo.

Peraltro le dimissioni dei sei Colleghi testimoniano una situazione di palese irregolarità “a monte” nelle candidature e nello svolgimento delle elezioni, essendo gli stessi stati un traino favorevole e determinante anche per gli altri della medesima “lista”. Perciò noi insisteremo nel nostro reclamo al Consiglio Nazionale Forense perché vengano dichiarate nulle le elezioni del maggio scorso e, previi tutti gli incumbenti di legge, si proceda a nuovo agone elettorale”.

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