Cronaca

Omicidio Sonia Marra, la famiglia: “Devono restituirci il corpo”

PERUGIA -“Siamo amareggiati, ma crediamo ancora nella giustizia, e quello che vogliamo è la verità”. Il papà, la mamma, i due fratelli e la sorella di Sonia Marra, la studentessa di Specchia scomparsa dalla sua abitazione di Perugia la notte tra il 16 e il 17 dicembre del 2006, non si arrendono. L’assoluzione anche in Appello di Umberto Bindella è stata un duro colpo. Era l’unico imputato nel processo per omicidio e la sentenza non fa che confermare come la scomparsa di Sonia sarà un caso irrisolto.

È a questo che la famiglia di Sonia non vuole rassegnarsi: “Nonostante l’assoluzione- dice la sorella Anna- sia in Corte d’Assise che in Appello si parla di omicidio. Sonia è stata uccisa e noi vogliamo il corpo”. La ragazza , che a Perugia studiava per diventare tecnico di laboratorio biomedico, viveva da sola in un appartamento vicino al centro. Gli investigatori risalirono a Bindella, arrestato e poi rimesso in libertà dopo pochi giorni, esaminando i tabulati telefonici della giovane. Secondo l’impianto accusatorio, Sonia voleva continuare la relazione con Bindella, lui no. L’uomo, stando alla ricostruzione fatta dall’accusa, si sarebbe contraddetto sui rapporti con Sonia: prima avrebbe sostenuto di ricordarsi di lei, poi di averla frequentata per un po’ e di averla persa di vista. Invece, 48 ore prima della scomparsa di Sonia, si sarebbe recato a casa di lei per farle eseguire un test di gravidanza. Cosa pensa di Bindella? Chiediamo ad Anna. Lei risponde: “Chi è innocente non mente”.

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