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Ciclovie nazionali, il Salento resta al palo

SALENTO- La Regione prova a insistere, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tace e il risultato è che il Salento resta al palo. Il futuro è costretto ad attendere, almeno quello della mobilità lenta, grande opportunità per una nuova economia turistica, quella legata alle ciclovie nazionali.

Due quelle che interessano il Tacco, entrambe però mortificate. La prima è la Ciclovia Adriatica, che doveva unire Venezia a Santa Maria di Leuca, ideata da Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta). Il tratto pugliese finanziato, però, è stato troncato: l’itinerario si fermerà sul Gargano. Il nodo è stato già sollevato dalla Puglia a novembre durante la Conferenza Unificata Stato-Regioni e a marzo è stata inviata un’ulteriore richiesta. Niente da fare: con il protocollo d’intesa per la progettazione e la realizzazione della Ciclovia Adriatica sottoscritto tra le Regioni adriatiche e il Ministero la scorsa settimana, è stato ufficializzato il percorso che va da Venezia al Gargano per un totale di 700 km.

Al vetriolo il commento dell’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Giannini, che se la prende con i parlamentari pugliesi, che ricoprono ruoli di responsabilità in Commissione Trasporti della Camera: “Invece di inneggiare a un grande risultato – dice – avrebbero dovuto e dovrebbero puntualizzare che la scelta di limitare il percorso in Puglia al solo Gargano risulta riduttiva, penalizzante e ingiustificata”.

La seconda ciclovia è quella dell’Acquedotto pugliese, tra le prime quattro a essere riconosciuta di interesse nazionale nel 2016: per 500 km attraversa Campania, Basilicata e Puglia, da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE). Il protocollo di intesa approvato lo scorso marzo individua la Regione Puglia come capofila, pur riconoscendo ciascuna Regione come soggetto beneficiario e attuatore delle attività di progettazione per la parte di propria competenza territoriale. Campania e Basilicata, però, si sarebbero attardate, tanto che ad aprile è partito da Bari alla volta del Ministero un sollecito per chiedere la convocazione urgente di un incontro a Roma, al fine di discutere di incaricare formalmente incaricati la Puglia di supportare tecnicamente le Regioni in ritardo. Nessuna risposta neppure in questo caso.

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