Politica

Poli Bortone: turisti in calo, destinazione tassa di soggiorno va concordata con operatori

LECCE- Per ripensare un rilancio del turismo a Lecce bisogna partire dall’analisi dei dati: “Quelli della Camera di Commercio dicono che negli ultimi tre anni i flussi sono notevolmente diminuiti in città, con migliaia di persone che non vengono più. Ad essersi ridotti sono soprattutto i tempi di permanenza”. Adriana Poli Bortone squaderna le cifre durante la conferenza stampa convocata presso il Caffè Alvino, in piazza Sant’Oronzo, e ritiene necessario istituire un tavolo permanente sul turismo in seno all’amministrazione per capire perché l’attrattiva sia diminuita. Una delle cause, a suo avviso, è l’aumento dell’appeal di Matera, con cui Lecce non ha mai sottoscritto un protocollo, al contrario di Bari e Taranto, “nonostante la mia insistenza presso la giunta Salvemini quando ero assessore a Matera”, dice.

Grande tema è quello dei servizi. L’ex sindaca, ricandidata con le Civiche Unite, lamenta la soppressione della polizia turistica da lei istituita, delle navette elettriche gratuite nel centro storico, dei servizi igienici carenti così come gli Iat. “Per tutto questo potevano essere spesi i 4 milioni di euro introitati con la tassa di soggiorno”, rimarca, tassa che andrebbe usata “cercando di stabilire percentuali di destinazione concordate con operatori del settore: per pubblicità, servizi, decoro, macchine elettriche, eventi, ma anche per aperture chiese e manutenzione”.

L’investimento nel turismo funziona da moltiplicatore: per ogni mille euro di spesa in questo settore se ne generano tra i 700 e i 1800 in altri. Ma bisogna diversificare: “turismo camperistico, cicloturismo, percorsi tematici pensando ad una area vasta, circuito museale, Lecce archeologica, una programmazione di eventi con delle chicche ogni mese. Il portale unico ha senso quando c’è una programmazione a monte”, ha chiosato la Poli. Pochi minuti prima, poco più in là, era stato presentato quello del Comune.

Per gli eventi, la candidata immagina una programmazione mese per mese: “Gennaio, mese della lirica; febbraio dedicato al Carnevale e alla cartapesta; marzo ad itinerario rosa ampliato come un femminile plurale con organizzazioni femminili del Mediterraneo; aprile alla mostra mercato di antiquariato; maggio ai ‘Cortili Aperti’ arricchiti da Fior di Barocco; da giugno ad agosto si dovrebbe ripristinare Mediterranea con un festival della musica del Mediterraneo; a settembre andrebbe organizzata una fiera del vino con miti e riti della tradizione e la settimana dei borghi; a ottobre spazio a “Core presciatu”, un festival di canzone e teatro in vernacolo; a novembre un forum sulla pace tra i popoli e Leccelegge; a dicembre Natale e Natali nel mondo”.

Lecce non solo barocco, ma anche archeologia, è la sua proposta. E la Poli la lancia rivendicando i risultati ottenuti con la legge speciale sul Barocco da lei voluta quando era parlamentare e con una stoccata velata a qualcuno dei suoi avversari: “Quando uno viene eletto, ad esempio come consigliere regionale, deve fare qualcosa per il territorio che lo ha espresso, sennò dopo vent’anni cosa può dire se non di aver incassato lo stipendio?”. “L’inerzia di fronte al tanto che si può fare è inaccettabile – è la sua chiosa finale -. Ci sono giovani che stanno morendo di fame. Non saper andare a prenderci nicchie di alcuni mercati e mestieri è un delitto per un’amministrazione”.

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