SALENTO- Per gli agricoltori, soprattutto, è stato un weekend da incubo nel Salento, dove il Leccese e il Tarantino sono stati ricoperti di grandine. Si è ripiombati nell’inverno e il brusco calo delle temperature mette a repentaglio la fase di fioritura degli alberi da frutto. “Fenomeni di portata eccezionale hanno colpito il nostro territorio – afferma il presidente CIA Salento Benedetto Accogli – solo nei prossimi giorni potremo valutare eventuali danni, ma per certo sono notevoli i disagi subiti dai nostri agricoltori”.
Nella domenica delle Palme, la grandine ha ricoperto a macchia di leopardo la zona orientale e occidentale della provincia ionica. Particolarmente colpito l’agro di Grottaglie, Martina Franca, Castellaneta e Massafra. Una spessa coltre bianca, come neve, si è posata nei campi e sulle strade rurali, complicando l’accesso ai poderi e alle aziende. “Sono a rischio soprattutto i fruttiferi – afferma il presidente CIA Due Mari Pietro De Padova – ma a preoccupare è anche la tenuta dei teli posti a protezione dei vigneti, considerata l’intensità delle precipitazioni. La grandinata potrebbe aver provocato danni alle strutture”.
A farne le spese sono stati anche i germogli delle uve precoci, non protetti da teli o reti. Solo nelle prossime settimane si potranno stimare gli eventuali danni, considerato che le conseguenze delle gelate tardive non si riscontrano sui fiori e sulle gemme. “I cambiamenti climatici dovrebbero essere in cima all’ordine del giorno dei nostri governi, a tutti i livelli, senza aspettare l’emergenza – afferma il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba – È arrivato il momento di ripensare l’intero sistema di gestione del rischio in agricoltura. La legge in materia di calamità è ormai anacronistica rispetto alla straordinarietà dei fenomeni che il mondo agricolo è costretto ad affrontare”.