LECCE- Contrarietà netta e di certo non le manda a dire all’Arcidiocesi di Lecce: un gruppo di guide turistiche e operatori del settore ha sottoscritto un documento di contestazione totale del progetto presentato dal vescovo Mons. Michele Seccia nei giorni scorsi, per l’introduzione di un ticket da 10 euro per l’ingresso in quattro chiese della città e nel museo diocesano.
Lo bollano come “un progetto inutile e dannoso per tutto il movimento turistico” e chiedono il passo indietro: “ritiro immediato del progetto e tavolo di concertazione con enti e operatori”. Le loro rimostranze le avevano già rese note al vescovo il giorno stesso della presentazione ufficiale. In questi giorni le guide si sono organizzate. Luigi Nanni specifica di parlare a nome di centinaia di loro.
La Curia ha previsto che il ticket, che sarà introdotto da maggio a settembre, servirà a tenere aperte le quattro chiese del Duomo, Santa Croce, San Matteo, Santa Chiara, il museo e il chiostro per 12 ore al giorno dalle 9 alle 21, attraverso la cooperativa sociale Art Work, che garantirà anche pulizia, manutenzione, vigilanza sul decoro.
“Un progetto senza basi – polemizzano le guide – davvero un’enormità, ma è anche una modalità spericolata che non ha analogo modello in Italia, dove, al di là di singolarissimi casi di ingresso a pagamento, si è sempre consentito l’accesso ai luoghi di culto, come peraltro stabilito dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana)”. “Non è rara, invece, la scelta – specificano – a fronte di notevole afflusso di contingentare il numero delle presenze, imponendo una turnazione al fine di assicurare la conservazione e la sicurezza del bene”.
Gli operatori turistici si dicono perplessi anche per il fatto “davvero singolare di concedere la “gratuità” (sic!) per i residenti della Diocesi di Lecce e per tutti i bambini al di sotto degli undici anni e per i fedeli nei momenti di preghiera individuale e collettiva”. In questo caso, si punta il dito contro la previsione di far pagare gli studenti della scuola dell’obbligo sopra gli undici anni.
Pertanto, le guide denunciano il presunto rischio di pesanti ripercussioni: “agenzie viaggi e tour operator italiani e stranieri – affermano – cancelleranno Lecce e la provincia dai loro programmi e itinerari come già sta avvenendo, non appena venuti a conoscenza dell’iniziativa”, paventando “la ripercussione su tutte le attività commerciali della città e del territorio”.