LECCE – La seconda sezione del TAR di Lecce ha condannato la Soprintendenza ad esibire alla società Theutra nel termine di 20 giorni gli atti dell’affidamento in favore dell’associazione Swapmuseum del servizio di gestione della porzione del Castello Carlo V di proprietà demaniale. E’ stato accolto il ricorso proposto dall’Avv. Luigi Quinto nell’interesse della società che gestisce, su incarico del Comune di Lecce, l’altra porzione del maniero cinquecentesco e che con svariate istanze aveva chiesto alla Soprintendenza di conoscere le modalità di affidamento della parte residua di competenza demaniale. Gli atti di affidamento non risultavano infatti consultabili attraverso i canali telematici ed avevano portato alla individuazione di un soggetto privato che riceveva per l’attività svolta un corrispettivo da parte dell’utenza pari ad € 3,00 per ogni accesso a fronte della messa a disposizione durante la visita di un tablet. La circostanza era apparsa poco trasparente alla società Theutra che, con precedenti note, la prima delle quali risalenti al 2017, aveva dichiarato, in qualità di soggetto gestore di una parte del medesimo contenitore culturale, la propria disponibilità all’effettuazione degli stessi servizi senza costi aggiuntivi per l’utenza. Il TAR ha accolto il ricorso rilevando come sia “senz’altro riscontrabile la sussistenza, in capo all’istante, di un interesse qualificato, diretto, attuale e concreto alla conoscenza della richiesta documentazione”. La sentenza ha evidenziato come il comportamento della Soprintendenza – ha dichiarato l’Avv. Quinto – si sia posto in contrasto con il principio di trasparenza. L’auspicio è che la società Theutra, che gestisce una parte del Castello perché vincitrice di una procedura ad evidenza pubblica, e la Soprintendenza, titolare degli ulteriori spazi del maniero, possano dialogare per fornire un miglior servizio all’utenza, valorizzando il contenitore simbolo della città”.
Il Tar boccia la Soprintendenza sul Castello Carlo V
