LECCE – Si prendono cura degli studenti disabili a tutto tondo, non solo nell’approccio alla studio, anche nel soddisfacimento delle prime necessità, come fare uno spuntino a scuola e andare in bagno. Peccato, però, che nulla di tutto questo gli sia riconosciuto.
Gli operatori per l’integrazione scolastica restano sul piede di guerra. L’incontro interlocutorio in Regione, fissato per giovedì pomeriggio, è saltato ed è stato rinviato a data da destinarsi. Dopo le proteste alle porte della Asl leccese, nei giorni scorsi, nulla è cambiato.
La vertenza chiama in causa tutta la platea degli operatori inquadrati nel 2010 in categoria A come ausiliari socio sanitari: qualifica non attinente alle mansioni da sempre svolte dagli operatori interessati, compiti che invece appartengono alla categoria BS, nella quale rientrano gli O.S.S.
Una vicenda, questa, sulla quale si è espressa la Corte d’appello di Lecce, con una sentenza del 2014 che ha dato ragione ad alcuni operatori che avevano presentato ricorso, riconoscendo il loro l’inquadramento non idoneo alle mansioni svolte. Tesi questa confermata anche in Cassazione.
“Peccato però – dicono – che le istituzioni facciano orecchie da mercante“.
