LECCE- “Mi rifiuto di affondare”: il nome dell’iniziativa dà voce all’imbarcazione e ai detenuti, perché entrambi meritano una seconda possibilità. Parte nel carcere di Lecce un progetto sperimentale unico in Italia: con l’operazione “Bon Jovi”, l’omonima barca, sequestrata per immigrazione clandestina e traffico di esseri umani, verrà restaurata dai detenuti, diventando strumento di legalità e recupero sociale. Sarà il cuore del laboratorio “Operatore/operatrice per la realizzazione di manufatti lignei”, finanziato dalla Regione Puglia.
L’imbarcazione nel 2018 raggiunse le coste salentine con a bordo 60 migranti, ma molto presto sarà pronta per tornare a solcare il mare, trasformata in ambasciatrice di legalità e speranza, perché sarà riutilizzata per l’integrazione e l’inclusione di soggetti svantaggiati, usando il mare e la navigazione come strumenti educativi e terapeutici. Il progetto è dell’associazione Calasanzio Cultura e Formazione.