Cronaca

Caso Marti: il giudice chiede l’utilizzo delle intercettazioni

LECCE- E’ arrivata la decisione del gip Giovanni Gallo sulla vicenda delle intercettazioni che riguardano il senatore Roberto Marti: il giudice ha  depositato questa mattina la richiesta alla Camera dei Deputati per il loro utilizzo in un eventuale processo, allineandosi quindi sulle posizioni della Procura. Le conversazioni sono state intercettate durante le indagini della guardia di finanza sulla gestione delle case popolari a Lecce.

La richiesta del gip, che arriverà ora dinanzi alla Giunta per le autorizzazioni della Camera (all’epoca dei fatti contestati Marti era deputato) riguarda tutte le conversazioni chieste dalla Procura. Corposo il provvedimento depositato in queste ore. Un caso controverso quello che riguarda il senatore Marti. Il suo nome è infatti venuto fuori durante l’ ascolto da parte degli investigatori  delle telefonate di Monosi e Pasqualini. Il suo telefono non era però intercettato. Ecco perché la richiesta dei pm inquirenti per l’ utilizzo delle intercettazioni in un eventuale processo è stata successiva. Roberto Marti, senatore, non può essere intercettato se non prima che la Camera di appartenenza abbia dato il consenso.

Secondo la difesa del senatore, la richesta della Procura, discussa durante l’udienza camerale del 25 gennaio scorso, è stata tardiva. Di altro avviso i due pm titolari dell’inchiesta, Massimiliano Carducci e Roberta Licci. Nel capo di imputazione che lo riguarda si contestano i reati di tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato di cui rispondono anche Attilio Monosi, l’ex consigliere comunale Damiano D’Autilia , Andrea Greco, e i coniugi Antonio Briganti e Luisa Martina. La vicenda è quella dell’assegnazione di una casa confiscata alla mafia al fratello del boss della Scu Maurizio briganti. Secondo l’accusa con la finalità di fidelizzare il bacino elettorale di Luca Pasqualini.

I legali di Marti, gli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto hanno preso atto del provvedimento del Gip, pur non condividendolo. “Abbiamo analiticamente illustrato le nostre ragioni durante l’udienza- dicono- e queste saranno ribadite nel proseguio della vicenda , in particolare dinanzi alla giunta per le autorizzazioni della camera a cui sarà inoltrata una nuova memoria in difesa del senatore Marti. Fermo restando che, se mai saranno autorizzate dalla Camera, ciò sarà un fatto meramente tecnico che prescinde completamente dal merito della vicenda. Se e quando il procedimento penale andrà avanti, lo affronteremo con serenità e non perderemo occasione per dimostrare tutta l’inconsistenza delle ipotesi d’accusa”.

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