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Spiaggia e mare in concessione a Tap: 3 milioni per 50 anni

SAN FOCA – Le porzioni di spiaggia e mare destinate ad accogliere il gasdotto passeranno nelle mani di Tap nei prossimi giorni. L’atto formale di concessione demaniale marittima, stipulato il 13 settembre dello scorso anno, è stato approvato dal Ministero dei Trasporti, guidato dal ministro Danilo Toninelli (M5s), il 5 novembre. In sostanza il benestare governativo è arrivato a pochi giorni dall’annuncio fatto dal premier Conte sulla necessità che la costruzione dell’opera andasse avanti. In quelle stesse ore, mentre il territorio faticava ad ingoiare l’ennesimo boccone amaro, i lavori a terra ricominciavano.

Dunque la porzione di San Foca, marina di Melendugno, dove sorgerà il gasdotto, per i prossimi 50 anni circa sarà concessa alla multinazionale, per procedere alla costruzione del microtunnel. Nelle prossime ore i militari della Guardia Costiera di Gallipoli procederanno al sopralluogo che precederà la concessione vera e propria.

Si inizierà dai lavori sul fondale, dove le fasi propedeutiche sono state già ottemperate nel mese scorso. Risalgono al periodo a cavallo tra dicembre e gennaio gli ultimi avvistamenti della nave della multinazionale svizzera al largo della costa: per quei lavori il Ministero dei Trasporti stabilì che non fosse necessario godere di una concessione demaniale, trattandosi di un’operazione cosidetta “temporanea”. Adesso, invece, le cose cambiano. Non sarà un passaggio a costo zero, come pure temeva il Comitato NoTap. Nel decreto ministeriale si possono leggere i canoni stabiliti per la concessione. «L’entrata complessiva, per gli effetti relativi all’atto che si approva, ammonta secondo le stime attuali, a € 3.040.021,00» si legge, che spalmati per 50 anni di lavori, si traducono in poco più di 60 mila euro annui. Un canone dimezzato rispetto a quello delle previsioni, dacché l’area non sarà concessa in esclusiva alla multinazionale svizzera. La circolazione di natanti e la fruibilità delle spiagge saranno ancora possibili.

L’amaro in bocca, intanto si fa già sentire: si preannunciano proteste.

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