Cronaca

Giallo Sonia Marra, la Corte d’Appello riapre il caso

PERUGIA –  Dopo due ore di Camera di Consiglio i giudici della Corte d’Appello hanno accolto le richieste di rinnovazione istruttoria avanzate dalla Procura Generale. Sarà riaperto il processo contro Umberto Bindella assolto nell’ottobre del 2017 “per non avere commesso il fatto”

Il giallo sulla scomparsa di Sonia Marra, 25 anni, studentessa di Specchia, non è mai stato risolto. La ragazza sparì dalla sua abitazione del capoluogo umbro la notte tra il 16 ed il 17 dicembre del 2006. Il suo corpo non è mai stato trovato e per questo era stato ipotizzato a carico dell’uomo anche il reato di occultamento di cadavere.
Bindella, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, si è sempre proclamato innocente ma al termine della requisitoria il pm ne aveva chiesto la condanna a 24 anni di reclusione.  Con lui fu assolto anche l’altro imputato, Fabio Galluccio, 35 anni, finanziere amico di Bindella. Per lui era stato ipotizzato il concorso nell’occultamento del cadavere e alternativamente il favoreggiamento personale per le dichiarazioni rese agli investigatori.
Il processo era cominciato nel luglio del 2011
.
Sonia Marra, che a Perugia studiava per diventare tecnico di laboratorio biomedico, viveva da sola in un appartamento vicino al centro. Gli investigatori risalirono a Bindella, arrestato e poi rimesso in libertà dopo pochi giorni, esaminando i tabulati telefonici della giovane. Secondo l’impianto accusatorio, Sonia voleva continuare la relazione con Bindella, lui no. L’uomo, stando alla ricostruzione del pm, si sarebbe contraddetto sui rapporti con Sonia: prima avrebbe sostenuto di ricordarsi di lei, poi di averla frequentata per un po’ e di averla persa di vista. Invece, 48 ore prima della scomparsa di Sonia, si sarebbe recato a casa di lei per farle eseguire un test di gravidanza. In primo grado, le accuse contro di lui sono cadute. Ora , si tornerà in aula il 20 febbraio, quando verranno raccolte le prime nuove deposizioni.
Verranno sentiti cinque testimoni tra cui i genitori dell’imputato, per chiarire l’alibi del figlio; Giorgio D’Ambrosio, il poliziotto amico di Bindella che disse di aver raccolto una confidenza di quest’ultimo in cui lui gli diceva di aver fatto «una cosa più grande di me e di te»; e verranno ascoltati anche due amici di D’Ambrosio.

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