TARANTO- Non solo le istituzioni, in campo contro le trivelle ( e non solo) scendono anche i cittadini. La prima organizzazione a muoversi è il Codacons nazionale, che in conferenza stampa a Taranto ha annunciato la richiesta ai Ministeri dei “contratti di trivellazione nello Ionio” e della valutazione di impatto ambientale, perché “il quadro ambientale e, di contorno, quello sanitario del Salento appaiono sempre più compromessi e non necessitano certo di ulteriori iniziative a forte impatto ambientale”. “Possono revocare le autorizzazioni in autotutela, che ci sta a fare sennò il governo?”, ha detto Carlo Rienzi, Presidente Nazionale Codacons.
Oltre alla questione petrolio, una istanza di accesso agli atti è stata avviata dal Codacons anche su Tap, “per conoscere il rapporto costi-benefici vantato dal Governo” nel dare prosecuzione ai lavori.
E poi c’è l’Ilva: il Codacons ha presentato una denuncia per omicidio dopo la tragica morte della signora P.V.G., ammalatasi di tumore, secondo l’associazione dei consumatori, “dopo anni di esposizione nella città con alta probabilità della connessione causale tra malattia e sostanze tossiche emesse dalla fabbrica”.
E’ stato chiesto alla Regione di “ordinare una indagine epidemiologica sui giovani di Taranto e di fare uno serio studio obbligatorio nel latte materno per accertare i livelli di diossine – mercurio – piombo – arsenico – pcb – cromo – cadmio e nichel”.