Cronaca

Inchiesta Arnesano, Narracci e gli altri si difendono durante gli interrogatori

POTENZA- Si sono difesi tutti, cercando di chiarire gli episodi che li vedono coinvolti nell’inchiesta che ha travolto il pm Emilio Arnesano, da giovedì 6 dicembre detenuto nel carcere di Potenza assieme al dirigente Asl Carlo Siciliano, entrambi interrogati venerdì mattina. Le altre persone finite agli arresti domiciliari, tra cui il direttore generale Asl Lecce Ottavio Narracci, hanno scelto di non stare in silenzio, ma di rispondere a tutte le domande.

Così ha fatto Narracci, durante i tre quarti d’ora di interrogatorio tenutosi in mattinata davanti al gip del Tribunale di Potenza. Assistito dagli avvocati Ubaldo Macrì e Gianni De Pascalis (quest’ultimo del foro di Andria) ha risposto alle domande del giudice Amerigo Palma che ha firmato l’ordinanza e a quelle del pm Veronica Calcagno. Gli inquirenti hanno puntato soprattutto sui rapporti intercorsi in questi anni con gli altri indagati e con il pm finito agli arresti. Secondo l’accusa, Arnesano avrebbe favorito l’assoluzione di Narracci nel processo che lo vedeva imputato con l’accusa di peculato per il presunto uso privato dell’auto di servizio della Asl, negli anni in cui era direttore sanitario a Lecce. Arnesano lo avrebbe fatto perché Narracci era amico di Siciliano, considerato il “trait d’union” tra il magistrato e il “comitato d’affari” dell’azienda sanitaria leccese.

Le ipotesi di reato, a vario titolo, per lui e per gli altri, sono di corruzione in atti giudiziari, induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e abuso di ufficio.

Prima di Narracci, è stato ascoltato il dottor Giorgio Trianni, primario di Neurologia del Fazzi: stando alla ricostruzione del pm di Potenza, è accusato di aver ottenuto dal pm Arnesano il dissequestro della piscina della sua villa di Gallipoli in cambio di due battute di caccia con trasferta in Basilicata offerte al magistrato e pagate di tasca sua. Per Trianni, assistito dagli avvocati Luigi Suez e Stefano Chiriatti, nessun do ut des: solo rapporti professionali e di mera conoscenza, così come improntati al rispetto reciproco sarebbero anche i legami con gli altri colleghi Asl.

Anche Giuseppe Rollo, primario di Ortopedia del Fazzi, ha ribattuto punto per punto alle domande durante l’ora di interrogatorio a cui è stato sottoposto: è finito pure lui ai domiciliari perché avrebbe agevolato il pm Arnesano nella prenotazione di visite mediche e interventi chirurgici in cambio di un suo impegno nella richiesta di assoluzione in un processo per colpa medica.

L’avvocato Benedetta Martina del Foro di Lecce si è difesa ad ogni contestazione: è accusata di aver chiesto e ottenuto da Arnesano provvedimenti giudiziari a favore dei propri assistiti a fronte di una relazione sessuale con lui. Il suo legale, Stefano Prontera, nei prossimi giorni presenterà istanza di scarcerazione o almeno di sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari, anche in considerazione del fatto che è madre di una figlia di età inferiore ai tre anni.

Infine, interrogato anche l’avvocato Mario Ciardo, destinatario di un divieto di dimora nel Comune di Lecce. Ciardo, difeso da Ladislao Massari, ha chiarito la circostanza che lo ha visto coinvolto solo marginalmente per una presunta richiesta di favoritismo nell’esame per l’abilitazione alla professione forense.

 

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