Politica

Lupiae, il Centrodestra rivendica la soluzione trovata. Salvemini scade il 9 gennaio

LECCE – Traccia un bilancio amaro il sindaco di Lecce e lo fa a mezzo fb all’indomani del consiglio comunale che lo ha visto in minoranza, con il voto sfavorevole di due consiglieri stampella di “Prima Lecce”.

A rivendicare l’impegno nero su bianco partorito dall’assise sulla sopravvivenza della Lupiae Servizi è l’ex sindaco Paolo Perrone, a nome del Centrodestra tutto.

“Della convulsa giornata di martedì in Consiglio ci resta… la Lupiae -dice- Cioè, il fatto di aver salvato l’azienda. È un traguardo che potevamo tagliare molto prima. C’è voluto un ordine del giorno monotematico per obbligarlo a intraprendere la strada giusta. La linea, su cui tutti ci siamo ritrovati alla fine -incalza Perrone- è stata quella dettata dal centrodestra e non certo quella che si è rischiato di adottare, cioè un taglio ancora più cospicuo, peraltro senza alcuna certezza sul rinnovo delle convenzioni”.

Di tutt’altro tenore il post a cui il primo cittadino di Lecce affida il suo sfogo.

“Nel corso della seduta, per la prima volta, una delibera presentata dal governo -scrive- è stata bocciata con i voti decisivi di due consiglieri di Prima Lecce. Un messaggio politico chiaro, inequivocabile, perentorio che ho la responsabilità ed il dovere di affrontare per ragioni di coerenza, serietà, dignità. Mi è chiaro che la maggioranza siglata dopo la sentenza del Consiglio di Stato per garantire la governabilità della città oggi non è più tale -aggiunge- da settimane oltretutto dentro e fuori il comune c’è chi in qualità di capogruppo di maggioranza annuncia che a gennaio “lo mandiamo a casa”.
Il sindaco precisa poi che in condizioni diverse -dopo quanto accaduto in consiglio- avrebbe rassegnato le dimissioni, “ma come spiegato -chiosa- mi sento in dovere di onorare due impegni con la città: portare in aula la manovra di riequilibrio pluriennale e rinnovare le convenzioni con Lupiae. Dopo di ciò traccerò una linea ed assumerò decisioni conseguenti. Nel frattempo noi andiamo avanti fino al 9 gennaio 2019: a testa alta, con la schiena dritta“.

Dopo settimane di polemiche, tavoli in prefettura e sit-in dunque il primo cittadino ritiene, e lo ribadisce,di non avere nulla di cui rimproverarsi, elencando quanto fatto dall’amministrazione fino ad oggi per la vertenza. Cosa accadrà all’indomani del 9 gennaio, quando avrà ottemperato agli impegni assunti, non è specificato. Sarà lui stesso a dimettersi? Attenderà le dimissioni in blocco di chi ha i numeri per farlo cadere? Aspetterà un mozione di sfiducia? Interrogativi che restano aperti. Anche alla luce della chiosa finale, in cui invita tutti coloro che lo ritengano opportuno a “presentare subito una mozione di sfiducia da approvare in consiglio comunale o raccogliere le firme necessarie davanti ad un notaio, dando così coerentemente seguito al guanto di sfida lanciatomi in consiglio”.

 

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