Cronaca

Sky gratis rischia di costare caro: 15 indagati

LECCE-Forniva servizi informatici come tante aziende ma parallelamente, secondo le indagini, svolgeva un’attivitĂ  sottobanco: dava cioè ai clienti la possibilitĂ  di accedere ad una grande quantitĂ  di piattaforme a pagamento, Sky in primis, ad un prezzo irrisorio: 10 euro al mese. Nel mirino degli uomini della sezione di Pg della Guardia di Finanza, al comando del colonnello Francesco Mazzotta, l’azienda Wi-Net con sede a Carmiano. Nel registro degli indagati è finito il titolare, M.C. di 35 anni e 4 soci.

All’alba le perquisizioni disposte dal pm Maria Rosaria Micucci in casa di 15 persone oltre che nella sede dell’azienda, con il contestuale sequestro di decoder e apparati elettronici. Oltre ai soci è indagata anche la persona considerata il factotum: F.M., un disabile di Leverano che, secondo le indagini dei militari, si occupava dell’attivazione del servizio “pirata” ai clienti e della riscossione dei pagamenti. Il sistema utilizzato consisteva nell’installare un decoder nella tv del cliente che accettava di usufruire del servizio in maniera illegale ma con un considerevole risparmio. Da quel momento veniva fornito mensilmente un codice che una volta attivato permetteva l’accesso alla pay tv. 10 euro al mese che la ditta intascava, naturalmente in nero. Il decreto di perquisizione ha riguardato infatti anche alcuni clienti, tutti residenti tra Carmiano e Leverano. L’indagine ha preso il via dalla denuncia presentata dallo stesso titolare dell’azienda: ai finanzieri aveva raccontato come un suo dipendente avesse intascato somme di denaro riscosse per conto dell’azienda durante i lavori a domicilio. Le indagini però hanno fatto emergere un quadro ben diverso, e M.C. ben presto da presunta vittima è diventato quello che gli inquirenti ritengono essere il regista del sodalizio criminale finalizzato alla vendita e installazione in tutta la provincia di lecce di apparati per la decodificazione illecita, con violazione della legge sul diritto d’autore.

Un’inchiesta che non finisce qui. Si ipotizza che a gestire l’attivitĂ  siano organizzazioni criminali che hanno sede fuori dalla Puglia, a Napoli soprattutto, e che il giro d’affari illecito sia molto vasto.

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