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Tap, mentre la politica discuteva i tecnici blindavano la procedura

LECCE- Se non si inquadra la filiera delle date, non si comprende il valore del documento pubblicato in mattinata sul sito del Ministero dell’Ambiente, l’atto con in quale si chiude la partita su una delle questioni ancora aperte sul gasdotto e portate dal Comune di Melendugno all’attenzione del premier Giuseppe Conte.

Il 15 ottobre scorso, come si ricorderà, il sindaco Marco Potì è convocato d’urgenza a Palazzo Chigi. In quell’occasione, il presidente del Consiglio dei Ministri sostiene per la prima volta che stoppare Tap costerebbe quanto una manovra finanziaria, riducendo a zero le speranze di stop. Tuttavia, il sindaco annuncia che invierà documentazione integrativa da sottoporre a valutazione. Il 18 ottobre il ministro dell’Ambiente Sergio Costa incontra nuovamente Potì che deposita un corposo report che punta molto, in particolare, sul fatto che sia ancora in corso la procedura relativa alla prescrizione A.5. Non è una cosetta: il 16 aprile 2018, lo stesso Ministero aveva dichiarato ottemperata quella prescrizione, ma Ispra e Arpa hanno sollevato problemi in merito ad alcuni aspetti e quindi la procedura è stata riaperta. Riguarda il microtunnel, per il quale si stanno effettuando attività ora nel mare di San Foca e che dovrà sottopassare la spiaggia di San Basilio per approdare nel cantiere tra gli ulivi. Per Arpa e Ispra, in sostanza, non poteva considerarsi chiusa la prescrizione relativamente a monitoraggi da farsi prima dei lavori su trasporto solido, torbidità delle acque e biocenosi. Insomma, l’attenzione è tutta su questo nodo. Ma il 26 ottobre, Costa ufficialmente dichiara che non esistono profili di illegittimità e dunque l’opera deve andare avanti.

Cosa è accaduto in quel frangente? Oggi, con la pubblicazione sul sito del Ministero, si scopre che il 19 ottobre, esattamente il giorno dopo l’incontro con il ministro dell’Ambiente, si è riunita la commissione tecnica Via/Vas, che ha fornito il parere con il quale il Ministero dell’Ambiente ha chiuso la partita proprio sulla prescrizione A5, la questione sollevata da Melendugno per provare a fermare i lavori. Insomma, mentre la politica discuteva, i tecnici hanno chiuso la procedura finita sotto la lente.

Ecco perché ora dal Movimento noTap si chiedono spiegazioni a Costa, parlando di “presa in giro di migliaia di cittadini”. Si chiede come abbiamo potuto il Ministero aver “preso in considerazione la documentazione integrativa inviata dal Comune, se dopo nemmeno 24 ore è stata ribadita l’ottemperanza? Che cosa ne hanno fatto dei dati inviati da Melendugno?”, perché il loro dichiarato sospetto è che siano serviti “per risolvere i problemi di Tap”.

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